Dal Tamigi emergono sculture per denunciare la situazione climatica
Dal Tamigi emergono le sculture, commissionate per il Totally Thames festival, dell’artista inglese Jason deCaires Taylor. L’opera intitolata The Rising Tide è la prima del suo genere ad essere installata nel fiume. La presenza di queste sculture serve a denunciare i cambiamenti climati del pianeta. Un argomento che Taylor ha a cuore.
“L’arte ricopre un ruolo fondamentale nella denuncia dei problemi sociali e ambientali e può coinvolgere e appassionare un elevato numero di persone”, afferma l’artista.
Quando l’acqua del Tamigi si abbassa, per le variazioni della marea, emergono quattro sculture raffiguranti uomini a cavallo.
Non è la prima opera “sommersa” dell’artista, infatti a Cancun, in Messico, aveva realizzato il primo museo sottomarino del mondo, il Musa.
400 sculture raffiguranti esseri umani si trovano al largo della costa messicana, mentre sul fondale di New Providence, nelle Bahamas, vi è Ocean Atlas, un enorme statua raffigurante una ragazza.
Ciò che unisce le opere di Taylor è la denuncia ambientale: tutte hanno lo scopo di informare le persone riguardo ciò che serve per preservare l’ecosistema marino e le barriere coralline, mentre le statue poste sul fondo del Tamigi servono a monitorare i cambiamenti climatici in atto. Un avvertimento per il futuro oscuro e incerto che l’umanità sta riservando a sé stessa e al pianeta.
“Sono molto preoccupato per gli effetti del riscaldamento globale e per il pessimo stato in cui versano i nostri mari – ha dichiarato Taylor. – Per l’opera ho cercato un punto nel quale potesse essere rivelata dal crescere e dall’abbassarsi della marea, vuole inoltre indicare il carattere industriale della città e la sua ossessiva e dannosa concentrazione sul lavoro e sulla costruzione”.
I corpi delle persone sembrano davvero reali, mentre i cavalli hanno, al posto della testa, una pompa di benzina, un richiamo all’impatto dei combustibili fossili sul nostro pianeta.
Situata nei pressi del Palazzo di Westminster, questa scelta non è casuale: “Mi piace molto l’idea che la scultura possa facilmente entrare nel campo visivo di molti politici e persone direttamente responsabili dei cambiamenti climatici”, ha dichiarato l’artista inglese.