di genere in ambito professionale

La ricerca di SWG su “Violenza di genere: percezione e opinione della popolazione italiana” evidenzia una riduzione dei stereotipi di genere, ma un marcato atteggiamento di insofferenza dei giovani maschi verso la parità di genere. Gli italiani attribuiscono responsabilità agli autori di violenza, ma ritengono che le donne debbano rimanere sempre in guardia. I giovani uomini mostrano una maggiore tolleranza verso il genere maschile, mentre le giovani donne combattono contro le limitazioni alla libertà femminile. Un accordo trasversale riguarda l’educazione sui rapporti di genere sia in famiglia che a scuola. Le interviste online hanno coinvolto un campione rappresentativo della popolazione italiana.

Percezione e opinione sulla violenza di genere in Italia

Secondo una ricerca condotta da SWG per Giornaliste Italiane, la diffusione di stereotipi di genere tra gli italiani sembra essere in diminuzione, sebbene emerga un atteggiamento di insofferenza da parte dei maschi più giovani verso la parità di genere. Questo si manifesta attraverso un richiamo alla centralità del ruolo maschile, anche in contesti tradizionalmente considerati femminili.

Nel contesto della violenza di genere, gli italiani attribuiscono la responsabilità principale a chi commette atti violenti, specialmente se la vittima non è in grado di opporsi. Tuttavia, si avverte la convinzione che le donne debbano essere sempre in guardia e evitare situazioni pericolose, con il 40% degli intervistati convinti che alcune donne si mettano in pericolo da sole.

Tra i giovani uomini, si osserva una maggiore tendenza ad assolvere il genere maschile, mentre le giovani donne considerano inaccettabili tutte le forme di limitazione della libertà femminile. Le percezioni sull’autore di violenza sono divergenti tra i due gruppi: i giovani maschi lo identificano con un individuo ai margini della società, con problemi penali e psichici, mentre le giovani femmine lo riconoscono più vicino, come il proprio vicino di casa.

Infine, mentre la maggioranza degli italiani ritiene che una donna che subisce violenza debba sempre denunciare, questa convinzione è meno diffusa tra i giovani, con solo il 74% delle giovani donne e il 63% dei giovani uomini che la sostengono. Tuttavia, c’è un accordo generale sull’importanza dell’educazione da parte dei genitori e della scuola per trasmettere una visione corretta dei rapporti di genere.

Studio su percezione e opinione della popolazione italiana sulla violenza di genere

Il recente studio condotto da SWG per Giornaliste Italiane ha evidenziato un declino nella diffusione di stereotipi di genere tra gli italiani, tuttavia sono emersi alcuni aspetti preoccupanti riguardo ai maschi più giovani. Questi sembrano manifestare un atteggiamento di rifiuto verso la parità di genere, evidenziando una tendenza a richiamare la centralità del ruolo maschile anche in contesti tradizionalmente considerati femminili.

L’atteggiamento della popolazione italiana verso la violenza di genere rivela una netta responsabilizzazione dell’aggressore, soprattutto se la vittima non è in grado di opporsi. Tuttavia, emerge anche un’idea diffusa secondo cui le donne dovrebbero sempre restare in guardia e evitare situazioni potenzialmente pericolose, con il 40% degli intervistati che ritiene che alcune donne si mettano da sole in pericolo.

Rispetto all’identikit dell’autore di violenza sulle donne, vi sono differenze significative tra giovani uomini e donne. Mentre i primi tendono a identificare l’aggressore come un individuo ai margini della società con problemi psichici e precedenti penali, le giovani donne lo associano più spesso al “vicino di casa”.

Infine, se la maggior parte degli intervistati ritiene che una donna che subisce violenza dovrebbe sempre denunciare, vi sono differenze tra giovani uomini e donne in merito a questa convinzione. Questo studio sottolinea la necessità di un’educazione mirata sia da parte dei genitori che della scuola per promuovere una corretta comprensione dei rapporti di genere e contrastare la violenza.

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