Diciotto identità di Igor il russo: otto paesi e numerosi omicidi
Diciotto identità di Igor il russo. Igor alias Norbert Feher è in carcere in Spagna, ha accetto l’estradizione in Italia ma prima dovrà subire un processo spagnolo per i tre omicidi commessi nei giorni scorsi durante la sua cattura. L’ex militare serbo venne ritrovato esanime nel Pick up che aveva rubato a una delle sue ultime tre vittime, quasi addormentato mentre stringeva sul petto le sue quattro pistole, aveva nel sangue un tasso alcolemico due volte superiore a quello per il quale in Spagna viene ritirata la patente.
Diciotto identità di Igor il russo: le sue dichiarazioni davanti ai giudici
Davanti ai giudici spagnoli il serbo Norbert Feher ha chiesto un interprete italiano. “Sono arrivato in Spagna lo scorso settembre”, in Spagna, ha aggiunto, non ha mai avuto lavoro, vivendo sempre del denaro che ha detto di essersi portato dall’Italia. Feher si è rifiutato di fare il nome della donna cubana che secondo gli investigatori lo avrebbe ospitato a Madrid e poi Valencia, il mosaico che ricostruirà la sua fuga comincia con questi pochi tasselli. Poi, ha acconsentito ad essere processato in Italia per le accuse che gli vengono mosse dalla Procura di Bologna.
Ha ammesso tutti i fatti contestati e ha detto di aver utilizzato ben 18 identità diverse in otto Paesi. Resterà in carcere per i tre omicidi commessi il 14 dicembre, quando in un casolare a El Pentorillo ha ucciso a colpi di pistola due agenti della Guardia Civil, Vctor Romero e Victor Jess Caballero e l’allevatore Jos Luis Iranzo, più altri due tentati il 5 dicembre, quando ha ferito in modo serio, sempre sparandogli, il proprietario di un’altra casa di campagna nelle vicinanze e un fabbro chiamato per aprire la serratura bloccata del capanno dove il latitante si stava nascondendo.
Avrebbe poi detto di essere giunto nella bassa Aragona solo 20 giorni fa, e di aver cominciato a cercare cibo saccheggiando le fattorie dell’altipiano dopo aver finito i pochi soldi che aveva. Avrebbe vagato nelle campagne, fino all’ultimo rifugio, il casolare di El ventorillo davanti al quale ha ucciso il proprietario e i due gendarmi.
La rete di complici
L’esame di cellulari, tablet e pc di Igor consentirà di avanzare nell’indagine sui suoi contatti, per identificare chi lo ha aiutato in questi mesi di latitanza. Obiettivo capire come abbia viaggiato, se con un passaggio di un camionista o, nascondendosi tra i pellegrini, ipotesi poco credibile, ma suggerita da alcune fonti.
Al telefono, hanno detto alcuni testimoni, stava parlando, anzi sembrava litigare, mentre fuggiva con il pick-up rubato alle sue ultime vittime. Tra le persone tenute sotto controllo in questi mesi ci sarebbero una mezza dozzina di italiani. Uno di questi Luigi Scrima, ex compagno di cella di Feher.