Diminuzione del numero di occupati a settembre secondo l’Istat
Nel settembre 2024, l’occupazione in Italia subisce una diminuzione di 63.000 unità, con un totale di 23.983.000 occupati. Questo calo riguarda sia i dipendenti permanenti che quelli a termine, mentre gli autonomi rimangono stabili. La disoccupazione resta al 6,1%, con un aumento nel settore giovanile. Tuttavia, rispetto al trimestre precedente, si registra un aumento dell’occupazione dello 0,4% e una diminuzione delle persone in cerca di lavoro dell’8,5%. Questi dati mostrano un quadro complessivo di crescita nell’occupazione, con un aumento del numero di occupati rispetto all’anno precedente.
Andamento dell’occupazione in Italia a settembre 2024
A settembre 2024, l’occupazione in Italia ha subito una diminuzione di 63mila unità rispetto al mese precedente, portando il numero di occupati a 23 milioni e 983mila. Questo calo ha coinvolto sia i dipendenti permanenti che quelli a termine, mentre gli autonomi sono rimasti stabili. Rispetto all’anno precedente, il numero di occupati è aumentato di 301mila unità, principalmente dovuto all’aumento dei dipendenti permanenti e degli autonomi. Il tasso di occupazione è sceso al 62,1%, mentre il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,1%.
Nel confronto mensile, si è registrata una diminuzione degli occupati e dei disoccupati, mentre gli inattivi sono aumentati. Tra i diversi gruppi di età e tra uomini e donne, l’occupazione è diminuita, ad eccezione del gruppo dei 25-34enni. Il numero di persone in cerca di lavoro è diminuito tra gli uomini e chi ha più di 35 anni, mentre è aumentato tra le donne e i giovani under 35. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,1%, con un aumento nel tasso giovanile arrivato al 18,3%.
Guardando all’andamento trimestrale, si osserva un aumento dell’occupazione dello 0,4% rispetto al trimestre precedente, con una diminuzione delle persone in cerca di lavoro e un aumento degli inattivi. Se confrontato con settembre 2023, il numero di occupati è aumentato dell’1,3%, coinvolgendo tutti i gruppi di età tranne i 35-49enni. Il tasso di occupazione, rispetto all’anno precedente, è cresciuto di 0,4 punti percentuali.
In conclusione, a settembre 2024 si è assistito a una variazione nell’occupazione in Italia, con un aumento complessivo nel numero di occupati rispetto all’anno precedente, ma con alcune differenze significative tra i diversi segmenti della popolazione attiva. La situazione richiede un’attenta analisi per comprendere i possibili impatti a lungo termine sul mercato del lavoro nazionale.
Andamento dell’occupazione in Italia nel settembre 2024
Il rapporto dell’Istat pubblicato a settembre 2024 mostra una diminuzione del numero di occupati di 63mila unità, portando il totale a 23 milioni 983mila. Questo calo coinvolge sia i dipendenti permanenti, che scendono a 16 milioni 21mila, sia i dipendenti a termine, che sono pari a 2 milioni 815mila. Gli autonomi rimangono stabili a 5 milioni 147mila. Tuttavia, rispetto all’anno precedente, c’è stato un aumento complessivo di 301mila occupati, con una crescita degli autonomi e dei dipendenti permanenti e una diminuzione dei dipendenti a termine.
A livello mensile, il tasso di occupazione è sceso al 62,1%, mentre quello di inattività è salito al 33,7%. Il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 6,1%. Nel confronto con il mese precedente, gli occupati e i disoccupati sono diminuiti, mentre gli inattivi sono aumentati. L’occupazione è diminuita tra uomini e donne, così come tra i dipendenti più giovani e di mezza età, mentre è rimasta stabile per gli autonomi. Il tasso di occupazione è sceso dello 0,1 punto percentuale, attestandosi al 62,1%.
Nel confronto trimestrale, si è osservato un aumento dello 0,4% nel numero di occupati, associato a una diminuzione delle persone in cerca di lavoro e a un aumento degli inattivi. Rispetto all’anno precedente, il numero di occupati è aumentato dell’1,3%, coinvolgendo tutte le categorie tranne i 35-49enni, che sono rimasti sostanzialmente stabili. Il tasso di occupazione ha registrato un aumento di 0,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente.
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