Disoccupazione giovanile, la Bce: “Dati al ribasso, rivedere misure”

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La sensazione disoccupazione sembra sia molto superiore a quella che viene misurata dalle statistiche.

Lo pensa la Banca centrale europea, stando al bollettino economico diffuso l’11 maggio scorso. Non che la Bce contesti l’Eurostat e l’Istat, solleva solo dubbi  sui criteri di misurazione.

L’Istat a maggio ha comunicato che in Italia il tasso di disoccupazione nel mese di aprile è diminuito rispetto a marzo e si è attestato sull’11,1%.

Si tratta del miglior dato dal settembre 2012, inferiore anche alle previsioni elaborate dall’Istat per il 2017 (11.5%) e diffuse una decina di giorni prima.

In Italia tasso al 34 per cento

Il tasso di disoccupazione giovanile, invece, ad aprile è rimasto al 34%, invariato rispetto a marzo. Ancora una volta l’aumento dell’occupazione si è tutto concentrato tra gli ultracinquantenni.

Anche l’Eurostat ha comunicato i dati al suo livello, segnalando che nei Paesi dell’euro la disoccupazione è scesa al 9,3%, il livello più basso dal marzo 2009, quando la crisi era ancora agli inizi.

L’Italia, però, con il suo 11,1% è sopra la media e si colloca quart’ultima in Europa. Va peggio sul versante della disoccupazione giovanile, laddove il tasso medio è del 18,7% e l’Italia con il suo 34% è superata solo da Spagna e Grecia.

Ecco l’analisi della Bce 

La sua ipotesi di partenza è che il tasso di disoccupazione si basi su “un’accezione ristretta di sottoutilizzo della manodopera” e che quindi “potrebbe tuttora persistere un alto grado di sottoutilizzo della manodopera, ben superiore al livello suggerito dal tasso di disoccupazione”.

La Bce calcola che “il 3,5% della popolazione in età lavorativa dell’area dell’euro è connessa in misura marginale alle forze di lavoro, ossia rientra nella categoria degli inattivi ma semplicemente partecipa in modo meno attivo al mercato del lavoro”.

A questo dato bisogna aggiungere che “un ulteriore 3% della popolazione in età lavorativa è attualmente sottoccupata”.

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