Dissequestrata Open Arms, la nave della ong spagnola torna in mare

Dissequestrata Open Arms, la nave della ong spagnola torna in mare

Dissequestrata Open Arms. La Procura di Ragusa ha dato ordine di dissequestrare nella mattina di ieri 16 aprile la nave ong Open Arms, in relazione all’inchiesta per associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Dissequestrata Open Arms, l’accusa: associazione a delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

La nave  spagnola Proactiva ong Open Arms era stata sequestrata il 18 marzo dalla Procura di Catania, dopo che i comandanti di quest’ultima avevano messo in salvo 218 migranti a largo delle coste libiche. Inizialmente il sequestro dell’imbarcazione era stato ordinato dalla Dda di Catania, guidata dal Procuratore Carmelo Zuccaro, contestando a 3 membri della ong l’accusa di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Il gip catanese dissequestra la ong Open Arms

Nello specifico i comandanti erano stati accusati di avere ignorato il codice di condotta a cui le ong che prestano soccorso ai migranti nel Mar Mediterraneo dovrebbero attenersi. Il 27 marzo il giudice per le indagini preliminare di Catania Nunzio Sarpietro aveva mantenuto il reato di sequestro della Open Arms, facendo però cadere le accuse di associazione a delinquere contro il capitano Marc Creus Reig e la coordinatrice dei soccorsi Ana Isabel Montes Mier, trasferendo cosi gli atti alla Procura di Ragusa per competenza territoriale.

La Procura di Ragusa avendo la competenza nell’area di Pozzallo, dove tra l’altro la nave si trovava ormeggiata dal 18 marzo, ha ripetuto la richiesta di sequestro della ong, ma è stata respinta ieri dal gip Giovanni Giampiccolo.

Erano stati messi in salvo 218 migranti lo scorso 15 marzo

L’inchiesta nasce in seguito a una serie di salvataggi che la nave Open Arms ha effettuato il 15 marzo nel Mediterraneo centrale, durante i quali mettono in salvo 218 migranti, rifiutandosi di consegnarli alle motovedette libiche o a farli sbarcare a Malta.

La decisione del Giudice Giampiccolo è infatti motivata dal fatto che ” le operazioni di di soccorso non si esauriscono nel solo recupero dei migranti in mare, ma devono esserci le condizioni di uno sbarco in un luogo sicuro, e la Libia non può essere considerata in questo momento un luogo sicuro, ma un luogo dove vengono violati i diritti umani”, motivo per cui è stato dichiarato necessario lo sbarco a Pozzallo dallo stesso gip di Ragusa.

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