Disturbi alimentari: a Modena 3500 casi di bulimia e anoressia
A Modena la paura dei disturbi alimentari è molto forte. Circa 3.500 cittadini soffrono di anoressia o bulimia. I maggiori pazienti sono le donne sotto i 25 anni. Vediamo come intervenire.
A fornire i dati preoccupanti è la Fanep (Famiglie neurologia pediatrica), che sta facendo un’indagine. Secondo quest’ultima, ogni anno si contano circa trecento nuovi casi. Circa il 90% dei pazienti sono donne di età compresa fra i 12 e 25 anni. Ma i campanelli di allarme si verificano anche sotto i 12 anni e dopo i 40 anni.
I disturbi alimentari
Si tratta di patologie che comportano una grande sofferenza psicologica e identitaria. I pazienti non riescono a gestire il loro corpo, e il controllo dell’alimentazione. Per questo provano a ridurre drasticamente i pasti oppure o esagerare per colmare dei vuoti. La paura alimentare genera così complicanze fisiche e psicologiche, che possono portare fino alla morte. È consigliabile intervenire in tempo, al primo campanello di allarme.
Le cause
Le cause possono essere diverse, in genere si tratta di fragilità, insicurezza o bassa autostima, difficoltà familiari.
Cosa può fare la famiglia?
La famiglia deve essere di grande aiuto. Occorre stare vicino ai figli e affrontare il disagio con dolcezza. Tempestivo deve essere poi l’intervento di uno specialista. Un medico, dietista, psicologo o se necessario uno psichiatra.
Come riconoscere i sintomi?
I primi campanelli di allarme sono l’isolamento della persona, la dieta ossessiva e la frequenza di andare in bagno. Poi anche ansia, tristezza e irritabilità.
L’associazione Fanep vuole intervenire per informare tutti sul disturbo. Presto s’interverrà nelle scuole, nelle palestre e nei posti dove probabilmente insorge la patologia. Domani sera è previsto il primo appuntamento in sala Pucci alle ore 21. Esperti affronteranno il tema “Insieme per la lotta ai disturbi del comportamento alimentare”. Dalle 9 di domani, dei volontari per un’iniziativa di sensibilizzazione distribuiranno fiocchetti lilla presso l’atrio dell’ospedale di Baggiovara.