Divorzio, cambiano le regole sull’assegno di mantenimento

Divorzio, cambiano le regole sull’assegno di mantenimento

Non conta più il tenore di vita matrimoniale al fine dell’assegno di mantenimento. In caso di divorzio, l’assegno verrà quantificato secondo l’indipendenza e l’autosufficienza economica.

La cassazione, tramite una sentenza che è stata depositata nella giornata di oggi, ha stabilito nuovi parametri necessari per stabilire l’assegno per il coniuge divorziato economicamente più debole.

La sentenza della corte suprema

La novità arriva dopo 27 anni. Lo stile di vita mantenuto durante le nozze non avrà più peso per stabilire l’onere dell’assegno di maternità. La corte di cassazione spiega: “La prima sezione civile, con la sentenza 11504 pubblicata oggi, ha superato il precedente consolidato orientamento, che collegava la misura dell’assegno al parametro del tenore di vita matrimoniale, indicando come parametro di spettanza dell’assegno, avente natura assistenziale, l’indipendenza o autosufficienza economica dell’ex coniuge che lo richiede”.

La corte prosegue: “Il rapporto matrimoniale si estingue non solo sul piano personale ma anche economico-patrimoniale, sicché ogni riferimento a tale rapporto finisce illegittimamente con il ripristinarlo, sia pure limitatamente alla dimensione economica del tenore di vita matrimoniale, in una indebita prospettiva di ultrattività del vincolo matrimoniale. Se è accertato che (il richiedente) è economicamente indipendente o effettivamente in grado di esserlo, non deve essergli riconosciuto tale diritto. I principali indici che la Cassazione individua per valutare l’indipendenza economica di un ex coniuge sono il “possesso” di redditi e di patrimonio mobiliare e immobiliare, le capacità e possibilità effettive di lavoro personale e la stabile disponibilità di un’abitazione”.

La risposta dell’associazione Avvocati matrimonialisti italiani

L’associazione Avvocati matrimonialisti italiani replica: “Secondo i giudici l’assegno divorzile può essere riconosciuto soltanto se chi lo richiede dimostri di non poter procurarsi i mezzi economici sufficienti al proprio mantenimento. Viene spazzato via un principio sancito nel 1970 dalla legge 898 che ha introdotto il divorzio in Italia. Si tratta quindi di un terremoto giurisprudenziale in linea con gli orientamenti degli altri Paesi europei nei quali l’assegno divorzile dipende essenzialmente dai patti prematrimoniali”.

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