Dna malato corretto: nuova speranza per tumori e malattie genetiche
Dna malato, una nuova scoperta rivoluziona nel panorama scientifico mondiale. Un’arma di precisione, la definizione non lascia dubbi a interpretazioni e si riferisce al fatto che la nuova molecola andrebbe ad attaccare solo la parte di dna malata, tralasciando la parte non affetta da disturbi o malattie.
Il Centre for Integrative Biology, il Cibio, dell’Università di Trento ha seguito le ricerche del genome editing fino a giungere all’innovazione.
Dna malato: la Crispr/Cas9 cambia la biomedicina
Anna Cereseto, professoressa del cebio che ha partecipato al progetto ha detto: “La molecola da cui siamo partiti, Crispr/Cas9, sta cambiando la faccia della biomedicina. Si tratta di una macchina molecolare fatta della proteina Cas9 e di una molecola di Rna, che raggiunge e taglia uno specifico segmento di Dna, permettendo di modificarne la sequenza. Il problema è che questa molecola fa errori sistematici e quando applicata al tentativo di curare malattie non modifica solo il gene o i geni implicati nella patologia, ma agisce su altri siti del Dna causando effetti imprevedibili. Ciò la rende inaccettabile per la pratica clinica. In questo momento la nostra evoCas9 è la macchina molecolare migliore al mondo per il genome editing”.
Lo studio è stato pubblicato dalla rivista Nature Biotechnology che ha raccolto gli interventi di alcuni dei partecipanti alle ricerche.
Dna malato: genome editing, scoperta del secolo
Alessandro Quattrone, il presidente del Cibio ha voluto sottolineare l’importanza di una scoperta del genere: “”Il genome editing è davvero la scoperta del secolo in medicina, e non solo. Questa invenzione di Anna e dei suoi altrettanto brillanti collaboratori e colleghi è certo a oggi il contributo più importante che abbiamo dato allo sviluppo di terapie. Mesi fa già il gruppo aveva proposto intelligenti miglioramenti al metodo. Si era parlato di ‘bisturi genomico usa e getta’. Ma con evoCas9 siamo davvero alla differenza fra un utile espediente e un game changer. Grazie a questo studio, che peraltro si integra perfettamente con il precedente, il genome editing può diventare adulto, e il nostro sforzo adesso è far sì che il ritrovato dia frutto, per quanto possibile, in Trentino”.
Dna malato: il team di professionisti
Il gruppo ha visto la partecipazione di diverse personalità e laboratori: il Laboratory of Computational Oncology con Francesca Demichelis come responsabile, Francesca Lorenzin, Davide Prandi, Alessandro Romanel; il Laboratory of Transcriptional Networks con Alberto Inga come responsabile; il Laboratory of Molecular Virology con Antonio Casini come primo firmatario, Gianluca Petris, Giordano Reginato, Michele Olivieri, Claudia Montagna, Giulia Maule e Anna Cereseto, la professoressa responsabile e senior author.
La Cesereto ha inoltre aggiunto che :” EvoCas9 è stata sviluppata sottoponendo Cas9 a una evoluzione darwiniana in provetta, da qui il nome evoCas9. Cas9 nasce nei batteri, dove la sua imprecisione è un vantaggio perchè funziona come una sorta di sistema immunitario contro i Dna estranei che, tagliando qua e là, inattiva meglio il nemico. La nostra intuizione è stata di fare evolvere Cas9 in cellule non batteriche, i lieviti, che sebbene semplici sono molto più vicine a quelle umane. Qui l’abbiamo fatta diventare ciò che ci interessa sia: un cesello che intarsia solo dove deve, un’arma di precisione che colpisce in un punto e risparmia tutto il resto. Questo renderà il suo impiego nella clinica finalmente sicuro”.
Un “correttore perfetto” che non attaccherebbe solo tumori e malattie genetiche ma anche campi che riguardano la scienza alimentare. La ricerca è già stata ufficializzata e oltre alla pubblicazione è stato generato un brevetto.