Draghi “Mai chiesto pieni poteri, rispetto il Parlamento”
20/07/2022 Senato comunicazioni fiduciarie del Presidente del Consiglio.
Nella foto Mario Draghi (ROMA – 2022-07-21, Stefano Carofei) p.
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la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate
ROMA – Il sostegno avuto in favore della prosecuzione del governo mi “ha indotto a proporre o riproporre il patto di coalizione e sottoporlo al vostro voto, siete voi che decidete.
Quindi niente richieste di pieni poteri”.
Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso delle sue repliche nell’Aula del Senato.
Il premier, nel porre la fiducia sulla proposta di risoluzione presentata dal senatore Casini che prevede l’approvazione delle comunicazioni, ringrazia tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo con “lealtà, collaborazione e partecipazione”.
Qualcuno ha fatto delle osservazioni “su alcune parole espresse da me con cui sembro quasi mettere in discussione la natura della nostra democrazia, la democrazia è parlamentare ed è la democrazia che rispetto e in cui mi riconosco”.
Sono pochi i punti sollevati dai senatori a cui Draghi risponde: “A chi dice perchè il governo non è intervenuto sullo ius soli, sulla cannabis, ddl Zan.
Voglio essere chiaro: il governo ha deciso di non intervenire per la sua natura di unità nazionale nei temi di origine parlamentare.
Sul salario minimo – evidenzia – c’è una proposta in corso di approvazione a livello della Commissione europea, abbiamo aperto un tavolo con sindacati e Confindustria.
Credo si possa arrivare a una proposta di salario minimo che non veda l’imposizione, il diktat, del governo sul contratto di lavoro.
Sul reddito di cittadinanza ho sempre detto che è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva”.
Infine un chiarimento sul superbonus che, secondo il presidente, “non è il problema” ma lo sono i meccanismi di cessione disegnati, chi ha disegnato i meccanismi di cessione senza discrimine e discernimento sono loro i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti.
Ora bisogna riparare dal malfatto e tirare fuori quelle imprese in difficoltà”, conclude.
– foto agenziafotogramma.
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