Emma torna a casa, rapita e portata in Siria quando aveva un anno
Dopo 5 anni dal rapimento Emma torna casa dalla sua mamma. La piccola era stata portata in Siria dal padre quando aveva solo un anno. Ora, con un volo partito da Istanbul, è in arrivo in Italia nel tardo pomeriggio di oggi all’aeroporto di Malapensa a Milano e sta rientrando per ricongiungersi alla madre Alice Rossini. Rapita 5 anni fa dal padre, cittadino siriano, che l’aveva portata con sé ad Aleppo, Emma sta per compiere 7 anni.
Da allora la madre non l’ha più vista. Lo ha reso noto la Farnesina. Il 21 novembre scorso Mohamed Kharat, padre della bambina, siriano di 40 anni, è stato arrestato e consegnato all’Interpol in Turchia, da dove tre mesi dopo è stato espulso e inviato in Grecia, ultimo paese dove era stato identificato.
Dalla Grecia, in esecuzione di un mandato di cattura europeo, l’uomo e’ stato estradato in Italia. Dal 12 febbraio scorso è detenuto nel carcere di Rebibbia.
Il rientro in Italia della piccola Houda Emma, la bimba rapita dal padre siriano cinque anni fa, “è stato possibile grazie all’eccellente collaborazione con la Turchia: le autorità turche, infatti, consapevoli della valenza umanitaria della vicenda, hanno facilitato l’arrivo dalla Siria e il transito in Turchia della piccola Houda Emma.
“Grazie, dunque, di cuore – ha concluso Alfano – alle autorità turche e a tutte le strutture dello Stato italiano, che hanno reso possibile questo abbraccio”. “In tutti questi anni – ha aggiunto Alfano – il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Interno, in stretto contatto con l’Autorità Centrale Italiana presso il Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia, hanno lavorato, senza sosta ma silenziosamente, per giungere al risultato di oggi”. Risultato, ha concluso, “che sarà confermato dall’esame del DNA, da effettuare in Italia, a conclusione dell’iter della procedura di riconoscimento”.
La madre si è sempre battuta per riportarla in Italia e anche quando il padre aveva raccontato «È morta» lei non ci ha mai creduto.
«In tutti questi anni il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Interno, in stretto contatto con l’Autorità Centrale Italiana presso il Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia, hanno lavorato, senza sosta ma silenziosamente, per giungere al risultato di oggi, che sarà confermato dall’esame del DNA, da effettuare in Italia, a conclusione dell’iter della procedura di riconoscimento» si legge in una nota del ministrero.
Il rapimento
La madre Alice Rossini non vede la bambina dal 2011, da quella domenica del 2011 in cui il padre, Mohamed Kharat, la prese con sé per portarla alle giostre: «Noi eravamo già separati da circa sei mesi; Emma, che a quel tempo aveva un anno e nove mesi: non stava molto bene, aveva il raffreddore, ma andò lo stesso con il padre. Da allora non l’ho più vista né sentita» aveva raccontato qualche mese fa al Corriere. Da lì in poi sono mesi, anni di apprensione, fatica, denunce, tentativi di fare luce sul rapimento e sopratutto su dove si trovi realmente la bambina.
«Siamo in Siria, non ci vedrai mai più» le aveva scritto lui da Atene dove era arrivato con un volo dall’Italia e da dove l’uomo aveva fatto perdere le sue tracce. Il tribunale di Monza condanna Kharat a 10 anni per rapimento e sottrazione di minore rendendolo un ricercato internazionale.
L’Interpol lo arresta in Turchia nel novembre 2016, proprio mentre l’uomo viene ripreso in un servizio de Le Iene che – grazie all’intervento di un gancio – riescono ad adescarlo e trattenerlo fino all’arrivo della polizia.