Erdogan, comincia dalla Cina il tour per incontrare i grandi del mondo
Comincia oggi dalla Cina il tour internazionale del presidente turco Erdogan, dopo il successo del referendum sul presidenzialismo.
Il leader turco volerà a Pechino per partecipare a una conferenza internazionale sulla nuova “Via della seta”.
Previsti anche colloqui bilaterali con il presidente cinese Xi Jinping e una trilaterale con quello russo Vladimir Putin, che Erdogan aveva incontrato appena 10 giorni fa a Sochi.
Dalla Cina, Erdogan volerà negli Usa, dove martedì avrà il suo primo faccia a faccia con Donald Trump alla Casa Bianca.
“Credo che questa visita sarà una pietra miliare”, ha detto Erdogan. In cima all’agenda ci sarà la decisione Usa di armare direttamente contro l’Isis le milizie curde dell’Ypg, che Ankara considera una “organizzazione terroristica”.
Cosa cambia col referendum
La vittoria nel referendum restituisce l’immagine di una Turchia profondamente spaccata, nel quale i cambiamenti radicali previsti dalla vittoria del referendum presidenzialista entreranno in vigore solo a partire dalla prossima legislatura, ovvero dal 3 novembre 2019, data delle prossime elezioni legislative e presidenziali. Fino a quella data la Turchia resta una repubblica parlamentare in cui il presidente convive con un premier e un governo.
La riforma prevede, tra l’altro, la regolamentazione relativa allo stato di emergenza, norma che vige initerrottamente dallo scorso 22 luglio, una settimana dopo il fallito golpe. Il parlamento avrà tre mesi per approvare lo stato di emergenza, al quale è stata aggiunta la previsione (eventuale) della leva di massa.
Il presidente della repubblica potrà anche proporre la sospensione o la limitazione di diritti civili e libertà fondamentali. Prevista l’eliminazione delle corti e dei giudici militari, con il numero dei membri della corte costituzionale che, di conseguenza, si riduce a 15.
Viene ridisegnata la composizione del Consiglio Superiore della Magistratura, che diventa «Consiglio dei giudici e magistrati» e passa da 22 a soli 13 membri, che si riuniranno sotto la presidenza del ministro della Giustizia.
Tre dei tredici membri saranno scelti da presidente della Repubblica, gli altri 10 saranno eletti dal parlamento ogni 4 anni. Il nuova costituzione prevede che il presidente della repubblica possa presentare una proposta di bilancio, che poi sarà discussa dalla commissione bilancio.