Ergastolo ingiusto, si merita 16 anni: parola dell’avvocato Alessia Pifferi sullo sciopero della fame
L’avvocato di Alessia Pifferi è stata di recente ospite negli studi di Quarto Grado per parlare della sua assistita, condannata all’ergastolo per la morte della figlia Diana, di soli 18 mesi, lasciata da sola in casa per sei giorni. Durante l’intervista, Gianluigi Nuzzi ha chiesto se i giorni di follia meritassero veramente l’ergastolo, ma l’avvocato Pontenani ha risposto che secondo lei no, anche se la corte ha deciso diversamente. Ha sottolineato che nelle perizie e nei documenti prodotti emerge che la madre non aveva piena consapevolezza di quello che stava facendo, e che probabilmente credeva di trovare la figlia viva al suo ritorno a casa. Ha anche evidenziato che anche lasciare da solo per due ore un bambino così piccolo è un atto di follia.
Successivamente, si è parlato dello sciopero della fame di Alessia Pifferi in carcere, con l’avvocato Pontenani spiegando che potrebbe essere stato causato da un grave episodio depressivo che le avrebbe fatto perdere la voglia di nutrirsi. Martina Maltagliati, inviata di Quarto Grado, ha fornito ulteriori dettagli sul periodo di sciopero della fame di Pifferi e ha spiegato che la richiesta di utilizzare la palestra con attrezzi ha avuto un ruolo importante nel suo gesto.
Durante l’intervista, è stato evidenziato che non ci sono segni di pentimento da parte di Pifferi per quanto accaduto alla figlia, nonostante vi siano stati incontri e visite psicologiche. Inoltre, la sorella di Alessia ha compiuto un gesto simbolico portando una foto di Diana al pubblico ministero con una frase tratta dalla sua requisitoria.
Infine, l’avvocato Pontenani ha espresso la sua opinione sulla pena che dovrebbe ricevere Alessia Pifferi, indicando 16 anni come una pena più appropriata. Il caso di Alessia Pifferi è ancora aperto e la sua legale ha l’intenzione di presentare ricorso in Appello per ridurre la pena della sua assistita. È importante ricordare che Alessia Pifferi è attualmente l’unica madre con l’ergastolo in Italia e il caso continua a destare interesse e dibattito.
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