Eruzione Guatemala, si temono molti morti: evacuazione di massa

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Eruzione in Guatemala, si teme un’ecatombe. Al momento i morti accertati sono circa 70 ma si tratta di un bilancio provvisorio. L’eruzione del Vulcano del Fuego in Guatemala ha costretto migliaia di persone ad abbandonare le proprie abitazioni. Intanto è stato riaperto l’aeroporto nella capitale, poiché si è conclusa la fase acuta dell’eruzione.

L’eruzione ha sparso lapilli e cenere a oltre 4 chilometri di altezza, ricoprendo case e automobili dei vicini villaggi di San Pedro Yepocapa e Sangre de Cristo.

Si tratta della seconda eruzione del 2018. Il Vulcano del Fuego è uno dei più attivi dell’America Centrale. Nella zona vivono circa 1,7 milioni di persone.

Eruzione in Guatemala: effetti simili a Pompei

“Gli effetti dell’eruzione del vulcano del Fuego in Guatemala sono simili a quelli del Vesuvio del 79 d.C: come successe a Pompei, la popolazione è stata investita da una nube di gas, ceneri, lapilli e blocchi di rocce, dalle temperature altissime, superiori ai 700 gradi”. Lo ha detto il vulcanologo Piergiorgio Scarlato, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che ha studiato sul posto questo vulcano.

Il vulcano del Fuego “ha generato colonne di ceneri e gas alte fino a 3-4 chilometri e flussi piroclastici, cioè una miscela di gas e materiale vulcanico”.

I soccorritori sono ancora al lavoro e si teme che il bilancio finale sia molto più grave. Raggiunte temperature fra i 900 e 1200 gradi, la colata ha letteralmente sepolto alcuni piccoli paesi annidati sui fianchi del Volcan de Fuego, mentre le ceneri prodotte dall’eruzione hanno raggiunto un perimetro di 20 chilometri intorno al vulcano, obbligando le autorità a chiudere l’aeroporto di Città del Guatemala.

Il presidente guatemalteco Jimmy Morales ha decretato lo stato di calamità naturale per i tre dipartimenti che circondando il Volcan de Fuego e tre giorni di lutto nazionale per le vittime dell’eruzione. Morales inoltre si è recato con la moglie nel dipartimento di Esquintla per visitare personalmente alcuni dei luoghi più colpiti dal disastro.

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