Etiopia contro adozioni internazionali: decisione a tutela dei minori
Etiopia contro adozioni internazionali. Il parlamento etiope ha approvato la legge che vieta le adozioni da parte di coppie straniere. Il provvedimento sottolinea che orfani e ragazzi vulnerabili vanno proprio “difesi e tutelati da abusi all’estero”, affidandone la cura a “meccanismi locali di sostegno”.
Il Parlamento di Addis Abeba ha votato una nuova legge secondo cui orfani e piccoli abbandonati devono essere presi in carico e curati all’interno del Paese africano e non dagli stranieri.
La notizia è stata ufficializzata dal sito governativo Fana Broadcasting Corporate. L’Etiopia è una destinazione molto richiesta da potenziali famiglie adottive straniere, come fu il caso per la coppia Brad Pitt-Angelina Jolie.
Etiopia contro adozioni internazionali: tema molto sentito nel paese
Il tema dell’adozione dei bambini etiopici da parte di coppie straniere era al centro di un acceso dibattito nel Paese dopo che nel 2013 una 13enne è morta negli Stati Uniti e i genitori adottivi sono stati condannati per omicidio colposo.
Un’adozione internazionale su cinque negli Usa riguarda un minore etiope (anche Zahara Marley, figlia di Angelina Jolie, viene da qui). Lo Stato governato con il pugno di ferro da Desalegn è tra i primi per provenienza dei piccoli adottati anche in Italia. Sarebbero almeno un centinaio le coppie nel nostro Paese interessate dal dietrofront.
Già nel 2015 le adozioni estere in Etiopia crollarono del 90% e ancora nel 2016 la flessione è stata di almeno il 5%, facendo scendere a 5.372 il numero di piccoli orfani adottati da persone straniere.
Per molte coppie in attesa il lieto fine si allontana: “Sono almeno un centinaio le famiglie interessate. Questa legge è un dramma per loro, ma lo è anche per quei bambini a cui viene negato un futuro” osserva Arnoletti Gianfranco Arnoletti, presidente di Cifa (a Commissione adozioni internazionali che fa capo alla presidenza del Consiglio). In realtà, a detta delle autorità di Addis, la legge serve a proteggere i piccoli. “Una motivazione strumentale — la definisce il presidente del Cifa — Ci sono altre valutazioni in ballo. Per esempio: se cresce l’indice di adozioni nazionali aumenta la possibilità di ricevere fondi da investitori internazionali come il Fondo monetario”.