Export a rischio per le regioni meridionali a causa dei dazi, avverte la CGIA

L’introduzione dei dazi voluta dall’amministrazione Trump potrebbe penalizzare le esportazioni del Mezzogiorno. Il Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti venduti all’estero, rendendolo più vulnerabile a misure commerciali dannose. Solo la Puglia ha un indice di diversificazione elevato, posizionandola al terzo posto a livello nazionale tra le regioni meno a rischio. La Lombardia rimane leader nelle vendite all’estero, seguita dall’Emilia Romagna e dal Veneto. Milano è la provincia che esporta di più, mentre i medicinali sono la voce merceologica più venduta. La Toscana si è distinta nel settore farmaceutico e ora occupa il terzo posto a livello nazionale.
Impatto dei dazi sull’export del Mezzogiorno italiano
L’introduzione dei dazi voluta dall’amministrazione Trump potrebbe avere un impatto significativo sulle esportazioni del Mezzogiorno italiano. A differenza delle altre regioni del Paese, il Sud presenta una bassa diversificazione dei prodotti esportati all’estero. Se gli Stati Uniti e altri Paesi dovessero aumentare le barriere commerciali su altri beni, i territori del Mezzogiorno potrebbero subire maggiormente gli effetti negativi.
Secondo l’analisi dell’Ufficio studi della CGIA, la Sardegna, il Molise e la Sicilia sono le regioni con l’indice di diversificazione più basso, principalmente a causa dell’export concentrato in pochi settori merceologici come la raffinazione del petrolio e la produzione di prodotti chimici. Solo la Puglia mostra un livello di diversificazione più elevato rispetto alle altre regioni del Mezzogiorno.
Le regioni del Nord come la Lombardia, il Veneto, il Trentino Alto Adige, l’Emilia Romagna e il Piemonte sono teoricamente meno a rischio da un’eventuale estensione dei dazi, grazie alla loro diversificazione delle esportazioni. Nel complesso, le vendite all’estero italiane nel 2024 hanno registrato un lieve calo rispetto all’anno precedente, ma sono in crescita rispetto al 2019 pre-Covid.
Il settore farmaceutico è tra i più venduti all’estero, insieme alle macchine di impiego generale e alle lavorazioni di gioielli e pietre preziose. Milano rimane la provincia che esporta di più, seguita da Torino e Firenze, evidenziando l’importanza di diversificare le esportazioni per ridurre l’incidenza di potenziali dazi futuri.
Impatto dei dazi sull’export italiano e la diversificazione regionale
Il recente annuncio dell’introduzione dei dazi da parte dell’amministrazione Trump ha sollevato preoccupazioni in merito all’impatto sulle esportazioni italiane, in particolare nel Mezzogiorno. Le regioni meridionali del Paese presentano una bassa diversificazione dei prodotti esportati, rendendole vulnerabili a potenziali sconvolgimenti nel commercio internazionale. In caso di estensione dei dazi ad altri settori merceologici, gli effetti negativi potrebbero colpire maggiormente le regioni maggiormente dipendenti da pochi settori merceologici.
Un’analisi condotta dall’Ufficio studi della CGIA ha evidenziato che la Sardegna è la regione con il più basso indice di diversificazione dell’export, dominato principalmente dai prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio. Allo stesso modo, il Molise e la Sicilia mostrano un’elevata dipendenza da settori specifici come i prodotti chimici, autoveicoli e la raffinazione dei prodotti petroliferi. Solo la Puglia nel Mezzogiorno presenta un livello di diversificazione elevato, posizionandola come una delle regioni meno a rischio di potenziali variazioni nel commercio internazionale.
Guardando ai dati del 2024, l’export italiano ha raggiunto i 623,5 miliardi di euro, registrando una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Tuttavia, confrontato con il 2019 il crescita è stata significativa, con un aumento del 30%. La Lombardia conferma la sua leadership come regione con le maggiori vendite all’estero, seguita dall’Emilia Romagna e il Veneto. La Toscana ha fatto registrare una notevole crescita grazie alle esportazioni di medicinali e gioielli, superando il Piemonte colpito dalla crisi dell’automotive.
Milano si conferma come la provincia italiana con le maggiori esportazioni, seguita da Torino e Firenze. La vendita all’estero di medicinali e farmaci rimane la voce merceologica più venduta. Nel dettaglio, nel 2024 sono state le macchine di impiego generale e la gioielleria e la lavorazione di pietre preziose a registrare una crescita significativa rispetto all’anno precedente.
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