Falsi attestati per ottenere l’abilitazione all’insegnamento: 12 misure precauzionali

Falsi attestati per ottenere l’abilitazione all’insegnamento: 12 misure precauzionali

I Carabinieri di Cerignola hanno eseguito misure cautelari contro 12 persone nelle province di Foggia e Caserta per concorso in falsità ideologica, esercizio abusivo di professione e favoreggiamento. Tre individui sono agli arresti domiciliari, mentre altri nove sono stati sospesi dall’insegnamento. Un avvocato, un insegnante e un dirigente scolastico avrebbero falsificato documenti per ottenere punteggi nelle graduatorie di supplenza. Indagini hanno rivelato la produzione di una grande quantità di documenti falsi per favorire la selezione di insegnanti. La complicità di un dirigente scolastico ha facilitato l’inganno, consentendo a nove indagati di ottenere titoli per l’insegnamento.

Operazione Antifalsi nel Foggiano e Casertano

Nelle province di Foggia e Caserta, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di 12 persone ritenute responsabili di concorso in falsità ideologica, esercizio abusivo di una professione e favoreggiamento personale. Tre indagati sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre agli altri nove è stata disposta la sospensione dall’esercizio dell’attività di insegnamento. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura locale.

L’attività investigativa, avviata dalla Stazione Carabinieri di Stornarella nel Foggiano nel 2023, ha portato all’accertamento che un avvocato, il marito insegnante e il dirigente di un istituto paritario avrebbero fornito informazioni false agli uffici scolastici provinciali. Grazie a certificati falsi e comunicazioni Unilav, sarebbero riusciti ad ottenere punteggi falsi che li ha favoriti nell’accesso all’insegnamento.

I tre indagati agli arresti domiciliari sarebbero stati coinvolti in un sistema che produceva atti e documenti falsi per ottenere titoli di insegnamento. Il dirigente di un istituto paritario di Caserta avrebbe partecipato attivamente a questa frode, producendo dichiarazioni mendaci e attribuendo punteggi ingiustificati. Questo schema avrebbe permesso a nove indagati di accedere alla professione insegnante in modo scorretto.

L’operazione antifalsi dimostra l’importanza di combattere la corruzione e l’abuso di potere nel settore dell’istruzione. Le autorità competenti stanno lavorando per assicurare che situazioni simili non si ripetano e che i processi di selezione per l’insegnamento siano trasparenti e basati sul merito.

Operazione dei Carabinieri contro la falsificazione di documenti per l’insegnamento

Nelle province di Foggia e Caserta, i Carabinieri della Compagnia di Cerignola hanno eseguito una misura cautelare contro 12 persone ritenute responsabili di concorso in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale, esercizio abusivo di una professione e favoreggiamento personale. Le indagini, avviate d’iniziativa dalla Stazione Carabinieri di Stornarella nel Foggiano, hanno portato all’arresto domiciliare di tre indagati e alla sospensione dall’esercizio dell’attività di insegnamento per gli altri nove coinvolti. Il provvedimento è stato emesso dal gip del Tribunale di Foggia su richiesta della Procura locale.

L’attività investigativa ha rivelato che un avvocato, suo marito insegnante e il dirigente di un istituto paritario avrebbero prodotto certificati falsi e comunicazioni Unilav, inducendo gli uffici scolastici provinciali in errore. Questi documenti attestavano, in modo contrario alla realtà, rapporti lavorativi con una scuola paritaria in provincia di Caserta tra il 2018 e il 2023, consentendo così a nove indagati di ottenere il titolo di insegnamento.

Secondo l’accusa, i tre indagati agli arresti domiciliari erano coinvolti in un sistema finalizzato alla falsificazione di documenti per favorire l’ingresso nell’insegnamento. Il dirigente dell’istituto paritario di Caserta avrebbe agevolato la produzione e l’utilizzo di dichiarazioni false, consentendo a nove indagati di ottenere titoli o punteggi per accedere all’insegnamento, anche in modo fraudolento. La vicenda evidenzia la gravità della frode nel settore dell’istruzione e la necessità di condanne esemplari per scoraggiare comportamenti simili in futuro.

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