Farah rientrata in Italia dal Pakistan: costretta ad abortire

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Farah rientrata in Italia dal Pakistan. E’ rientrata a Verona Farah, la ragazza pakistana costretta a tornare in patria per abortire. Le sue prime parole appena arrivata in Italia “Non voglio avere paura”.

Farah rientrata in Italia: “Voglio un futuro con il mio ragazzo e non voglio avere paura”

E’ rientrata ieri mattina Farah, la ragazza di origini pakistana costretta dai familiari a rientrare in patria per abortire. Arrivata con il volo delle 7:30 all’aeroporto di Malpensa è stata portata in questura a Verona per essere brevemente sentita dagli inquirenti, per poi essere trasferita in una località segreta in sicurezza dai poliziotti che hanno atteso il suo arrivo in aeroporto.

Appena arrivata Farah ha dichiarato “Voglio un futuro con il mio ragazzo e non voglio avere paura” aggiungendo che sarebbe contenta di restare a vivere in Italia “Non temo di stare a Verona, non mi sento in pericolo”.  Nella struttura presso la quale si trova sarà libera di muoversi a suo piacimento, senza necessità di scorta, ma con l’assistenza dei servizi sociali. Qui avrebbe finalmente riabbracciato il fidanzato il quale avrebbe detto di averla trovata “serena, perchè sa che è finalmente al sicuro”.

Costretta a tornare in Pakistan per abortire lo scorso gennaio

L’incubo di Farah è iniziato lo scorso 9 gennaio, quando con l’inganno è stata fatta rientrare in Pakistan. L’occasione per allontanarla da Verona, città in cui risiedeva da alcuni anni, è stato il matrimonio del fratello. La famiglia era contraria al fidanzamento della ragazza con un ragazzo italiano. La situazione è precipitata quando Farah ha comunicato ai parenti di aspettare un figlio proprio da quel ragazzo italiano, situazione intollerabile soprattutto per il padre della ragazza che avrebbe voluto che la figlia avesse una famiglia con un uomo musulmano. Cosi una volta arrivata in pakistan, i familiari hanno fatto di tutto per farla abortire.

Secondo i racconti di Farah i familiari l’avrebbero dapprima sedata e legata al letto, costringendola ad abortire. La madre e la sorella avrebbero anche tolto i documenti alla ragazza e  segregata in casa. Grazie ai messaggi di aiuto che Farah è riuscita ad inviare alle amiche e al fidanzato, è stato possibile far intervenire la Farnesina che ha rintracciato la ragazza in Pakistan e ha fattoil possibile per farla rientrare in Italia.

Purtroppo Farah ha lo stesso perso il suo bambino durante questi  mesi di prigionia nel suo paese. Le indagini per verificare il racconto e la denuncia della ragazza saranno condotte dalla polizia pakistana che ha comunicato di avere messo sotto inchiesta i genitori.

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