Fidanzati uccisi a Pordenone, l’assassino condannato all’ergastolo
Fidanzati uccisi a Pordenone. La Corte d’Assise di Pordenone ha condannato Giosuè Ruotolo il militare che era accusato dell’omicidio del suo commilitone Trifone Ragone e della fidanzata di quest’ultimo, Teresa Costanza.
Fu lui, la sera del 17 marzo 2015, a esplodere i sei colpi di pistola che, nel parcheggio della palestra di via Interna, uccisero Trifone Ragone, 28 anni, suo ex coinquilino e commilitone alla caserma De Carli di Cordenons (Pordenone), e Teresa Costanza, 30 anni, assicuratrice milanese di origini siciliane, trasferitasi per amore con lui in Friuli.
“Ergastolo con due anni di isolamento diurno”, ha scandito il presidente del collegio giudicante sul caso dei fidanzati uccisi, Angelica Di Silvestre, nell’affollata aula di giustizia dove, dal 10 ottobre 2016, pubblica accusa, parti civili e difesa si erano misurate in un dibattimento particolarmente difficile, per essersi sviluppato su elementi processualmente indiziari.
Il movente
Un astio profondo verso l’amico e la sua ragazza, insediatasi a sua volta nell’appartamento di via Colombo dove, insieme ad altri due commilitoni, l’anno prima avevano deciso di andare a vivere, e diventata in breve l’elemento di frattura di un’armonia condominiale, che, per quanto già minata da screzi di poco conto, li vedeva ancora uniti tra lavoro, palestra e serate in discoteca. E, poi, la paura di perdere per colpa loro la chance di entrare nella Guardia di finanza, il sogno inseguito da quando era partito dalla Campania.
Queste, secondo gli inquirenti, le ragioni a sostegno dell’intento omicidiario, maturato nel momento in cui Trifone riconobbe in Giosuè l’autore del profilo Facebook anonimo con cui, nell’estate del 2014, aveva cercato artificiosamente di creare conflitto nella coppia. I messaggi, tutti rivolti a Teresa e firmati da una fantomatica amante di nome “Annalisa” (peraltro, realmente conosciuta da Trifone in palestra), erano stati inviati dalla caserma. Sfruttandone il sistema wi-fi, quindi: il che, in caso di denuncia, sarebbe equivalso a un’accusa per peculato militare. Da qui, la premeditazione.
“Ruotolo ha commesso i delitti per salvare la sua carriera e il suo ingresso nella Guardia di Finanza”, ha detto Vallerin nel corso della requisitoria . Alla rivalità personale e professionale verso Trifone, Ruotolo aveva sommato anche la gelosia nei confronti di Teresa.
Le indagini sui fidanzati uccisi da Ruotolo
Il duplice omicidio era stato commesso la sera del 17 marzo del 2015: Trifone Ragone, caporale dell’esercito e la fidanzata Teresa Costanza, laureata alla Bocconi, un impiego nel settore assicurativo, erano stati trovati assassinati a colpi di pistola all’interno della loro auto, una Suzuki, parcheggiata a poca distanza dalla palestra di Pordenone che erano soliti frequentare. L’arma del delitto era stata ritrovata a settembre del 2015 in un laghetto a poca distanza dal palasport. Amanti del fitness, delle serate in discoteca, i due fidanzati erano stati uccisi secondi gli inquirenti da qualcuno che li conosceva e che nutriva motivi di rancore personale verso di loro. Il processo ha occupato la Corte d’Assise della città friulana per 45 udienze.