Fieg esprime stupore e amarezza per l’epilogo della web-tax italiana nella Manovra
La Fieg esprime stupore e amarezza per l’estensione dell’imposta sui servizi digitali a tutte le imprese, senza esclusioni per fatturato o ricavi. Questa mossa colpisce le imprese digitali italiane, creando disparità e svantaggi competitivi rispetto ai giganti globali del web. Si chiede al Parlamento un intervento correttivo per evitare una tassazione ingiusta e proteggere le imprese nazionali. La web-tax, originariamente pensata per i grandi operatori del web, ora penalizza anche le imprese più piccole, minacciando la competitività del settore. La Fieg auspica un cambiamento legislativo per salvare le imprese digitali italiane da una nuova tassazione.
La FIEG esprime preoccupazione per l’estensione dell’imposta sui servizi digitali
La Federazione Italiana Editori Giornali (FIEG) ha espresso stupore e amarezza per la norma contenuta nel disegno di legge di Bilancio che prevede l’estensione dell’imposta sui servizi digitali a tutte le imprese, senza alcuna distinzione basata sui ricavi. Questa normativa colpisce sia le grandi società del web che le imprese digitali italiane di minori dimensioni, creando una situazione paradossale di duplice tassazione e svantaggio competitivo rispetto ai colossi globali del settore.
La web-tax era stata originariamente concepita per garantire una maggiore equità fiscale nei confronti dei giganti del web e proteggere le imprese nazionali. Tuttavia, con l’estensione della tassazione a tutte le imprese che offrono servizi digitali, si accentua la disparità di trattamento e si rischia di compromettere la competitività delle aziende italiane del settore.
Gli editori della FIEG invocano un intervento correttivo da parte del Parlamento al fine di evitare l’imposizione di una nuova tassazione sulle imprese italiane del settore digitale. È fondamentale proteggere e sostenere le imprese locali anziché metterle in difficoltà attraverso una normativa fiscale svantaggiosa e controproducente.
In un momento di grande sfida per l’economia e le imprese italiane, è necessario adottare politiche fiscali che favoriscano la crescita e l’innovazione, anziché penalizzare le aziende che operano nel settore digitale e minare la competitività del mercato interno rispetto ai concorrenti globali.
Impatto della web-tax sulle imprese digitali italiane
La Fieg esprime profondo stupore e amarezza riguardo alla norma del disegno di legge di Bilancio che prevede l’estensione dell’imposta sui servizi digitali a tutte le imprese che realizzano ricavi da servizi digitali. Tale normativa rimuove le attuali soglie che escludono dall’imposta le imprese con meno di 750 milioni di fatturato globale e con ricavi derivanti da servizi digitali in Italia inferiori a 5,5 milioni.
La web-tax era stata inizialmente concepita per tassare i grandi operatori del web al fine di eliminare la disparità di trattamento e lo svantaggio competitivo delle imprese nazionali rispetto ai giganti globali del settore. Tuttavia, con l’estensione della platea dei contribuenti, si rischia di colpire tutte le imprese digitali italiane, aumentando la pressione fiscale e accentuando la disparità di trattamento rispetto ai colossi globali del web.
Gli editori della Fieg auspicano un intervento correttivo del Parlamento per evitare un’improvvisa e ingiusta tassazione sulle imprese italiane del settore. Si teme che questa normativa possa compromettere la crescita e la competitività delle imprese digitali nazionali, che erano state inizialmente pensate per essere tutelate e salvaguardate.
È fondamentale trovare un equilibrio tra l’esigenza di tassare in modo adeguato le grandi multinazionali del web e la necessità di non penalizzare le piccole e medie imprese digitali italiane, che rappresentano una parte significativa del tessuto economico del Paese.
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