Filippine, gruppo terroristico decapita ostaggio tedesco e pubblica video
Il gruppo Abu Sayyaf, affiliato all’Isis ha pubblicato il video dell’uccisione dell’ostaggio tedesco Jurgen Kantner, lo skipper 70enne rapito a novembre nel sud delle Filippine, nei pressi dell’isola Laparan.
La sua compagna, Sabine Merz, era rimasta uccisa durante all’attacco allo yacht su cui viaggiavano. A darne notizia il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web.
Il video diffuso mostra Kantner seduto in una radura, che dice «Ora mi ucciderà». Poco dopo, un militante mascherato si avvicina a lui con un coltello curvo e compie l’esecuzione annunciata dopo che, domenica, era scaduto l’ultimatum per il pagamento del riscatto chiesto dal gruppo filippino, che ha legami con il sedicente Stato islamico.
Per il rilascio dell’uomo Abu Sayyaf aveva chiesto, con un altro video diffuso il 14 febbraio, un riscatto di oltre 600mila dollari. Nel video appariva anche il prigioniero che aveva rivolto in lacrime il suo ultimo saluto alla famiglia. «Non credo di avere la possibilità di uscire vivo da qui, perché nulla si muove», aveva detto.
L’uomo sarebbe stato decapitato 30 minuti dopo la scadenza dell’ultimatum, fissato per domenica 26 febbraio, in un villaggio dell’isola di Jolo.
Il governo tedesco non può ancora confermare il video, ha detto a Berlino il portavoce del ministro degli Esteri, Martin Schaefer, rispondendo durante la consueta conferenza stampa di governo, sul caso del velista rapito nelle Filippine. “Gli addetti alla sicurezza devono verificare l’autenticità del video”, ha aggiunto, spiegando che è passato troppo poco tempo dalla pubblicazione del materiale di Abu Sayyaf, che ha annunciato di aver ucciso il prigioniero per il mancato pagamento del riscatto.
L’inviato del governo Jesus Dureza, che ha negoziato con i militanti, ha dichiarato di aver sentito parlare del video e di poter confermare che Kantner è stato ucciso, ma di non aver ancora ricevuto il corpo del 70enne.
Il gruppo Abu Sayyaf
Creato nel 1991 da veterani della guerra in Afghanistan contro l’Unione sovietica, Abu Sayyaf ha le sue roccaforti nel sud delle Filippine, dove gli sono attribuiti numerosi attentati e sequestri con i quali si finanzia. Il gruppo filippino, che ha giurato fedeltà allo Stato islamico, nell’ultimo anno ha intensificato la sua attività con il sequestro di decine di persone nelle acque a sudovest delle Filippine e nel nordest della Malesia. Fra aprile e giugno del 2016 Abu Sayyaf ha decapitato i canadesi John Ridsdel e Robert Hall, dopo che erano saltati i negoziati per la loro liberazione. Attualmente, secondo le autorità del Paese, il gruppo ha in mano 20 ostaggi: sette malesi, sei vietnamiti, quattro filippini, due indonesiani e un olandese. Ad aprile 2016 era stato liberato l’ex missionario italiano Rolando Del Torchio, rapito nell’ottobre 2015 a Dipolog City dai militanti di Abu Sayyaf.