Finita fuga di Jonny lo Zingaro evaso un mese fa: tradito dal materasso
È stato riacciuffato grazie a un materasso Giuseppe Mastini, alias ‘Johnny lo Zingaro’, in fuga dal 30 giugno scorso. L’uomo non si era presentato alla scuola di polizia penitenziaria di Cairo Montenotte, nel savonese, dove era stato assegnato per svolgere un periodo di lavoro esterno.
La trappola del materasso
La cattura è avvenuta a Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, a casa di parenti di Giovanna Truzzi, 58 anni, evasa a sua volta dagli arresti domiciliari che stava scontando a Pietrasanta, in provincia di Lucca. Mastini e Truzzi hanno una relazione ed erano fuggiti insieme. Il loro nascondiglio è stato localizzato da alcuni parenti di lei. La donna e gli altri fiancheggiatori sono stati a loro volta arrestati.
Dopo l’evasione, le ultime tracce lasciate da Johnny lo Zingaro avevano portato da Fossano a Genova, dove Mastini si era fatto accompagnare da un taxi. Come si era dedotto dalla visione delle immagini delle telecamere della stazione di Fossano, che avevano ripreso l’evaso mentre saliva su un taxi, probabilmente quello che lo aveva portato fino a Genova.
Johnny e la donna sono stati seguiti dai poliziotti e dagli uomini della Penitenziaria fino a quando non sono arrivati a Taverne d’Arbia. Qui, sempre secondo quanto si apprende da fonti qualificate, la coppia è stata ospitata da alcuni parenti di lei. Che in vista dell’arrivo dei due “ospiti” avevano ordinato un nuovo materasso. Ed è qui che i poliziotti hanno messo in atto lo stratagemma che ha consentito la cattura: gli agenti si sono sostituiti ai corrieri e, una volta all’interno dell’appartamento, hanno verificato e segnalato la presenza dell’uomo, facendo scattare il blitz coordinato dal Servizio centrale operativo.
Chi è Jonny lo Zingaro
Condannato all’ergastolo nel 1989, Mastini stava scontando la pena nel carcere di Fossano, nel cuneese, e dall’agosto del 2016 godeva del regime di semilibertà. Dallo scorso novembre tutti i giorni si recava a Cairo in treno e alla scuola svolgeva piccoli lavori di manutenzione. Finché, la mattina del 30 giugno, Johnny alla scuola non era mai arrivato. Ed erano scattate le ricerche. Una fuga sorprendente, per chi lo descriveva come una persona ormai tranquilla e cordiale. Mastini è un criminale degli anni Ottanta, una lunga serie di rapine e omicidi, l’amicizia con Pino Pelosi, morto qualche giorno fa, per la quale finì tra i sospettati dell’omicidio di Pier Paolo Pasolini.
Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha telefonato al capo della Polizia Franco Gabrielli per congratularsi dell’operazione. “Voglio ringraziare – ha sottolineato il ministro – la Polizia di Stato e la polizia Penitenziaria che, con alta professionalità e con un’articolata attività l’indagine sono riusciti ad assicurare alla giustizia un pericoloso latitante”.