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Fiona Harvey potrebbe intentare una causa contro Netflix per “Baby Reindeer”, ritenendolo non una storia vera.

Il giudice della California ha stabilito che Baby Reindeer di Netflix non è basato su una storia vera, consentendo a Fiona Harvey di procedere con una causa per diffamazione contro la piattaforma. Il personaggio di Martha è ispirato a Harvey, ma la serie include molte falsità sulla sua vita. Harvey contesta l’immagine di “stalker” attribuitale, sostenendo che la serie abbia danneggiato la sua reputazione. Richard Gadd si difende affermando che la serie è romanzata, ma Harvey cerca un risarcimento di 170 milioni di dollari. Netflix dovrà affrontare il processo per diffamazione, con implicazioni importanti sulle pratiche pubblicitarie della piattaforma.

Controversie e decisioni sul caso Baby Reindeer

La decisione del giudice Klausner ha stabilito che la serie di Netflix, Baby Reindeer, non è basata su una storia vera. Questo verdetto ha dato il via libera a Fiona Harvey, presunta stalker che ha ispirato il personaggio di Martha nello show, per proseguire con la sua causa per diffamazione contro Netflix. Harvey ritiene che la serie abbia diffuso informazioni false su di lei, dipingendola come una criminale condannata per stalking, fatto che lei nega con fermezza.

Pur non essendo mai menzionata esplicitamente in Baby Reindeer, Fiona Harvey è stata facilmente identificata dal pubblico attraverso ricerche online. Dopo la pubblicazione dello show, Harvey è stata identificata come la “stalker” durante un’intervista controversa con Piers Morgan, subendo minacce e abusi sui social media.

Il giudice Gary Klausner ha confermato che ci sono molte discrepanze tra la vita di Harvey e il personaggio di Martha. Ad esempio, Harvey non ha mai trascorso anni in prigione per stalking, né ha aggredito sessualmente Richard Gadd. Baby Reindeer è una serie romanzata scritta e interpretata da Gadd, che narra della sua presunta persecuzione da parte di una stalker.

Nonostante Netflix abbia evitato accuse di violazione della privacy e negligenza, dovrà affrontare il processo per diffamazione. Il giudice ha citato un articolo del Sunday Times che suggerisce un possibile intento doloso nel pubblicizzare la serie come una storia vera, nonostante fosse romanzata. La causa di Harvey contro Netflix è in corso, con la prima udienza fissata per il 6 maggio 2025, continuando a generare polemiche nel mondo giuridico.

La controversia legale di Baby Reindeer: la verità dietro la serie di Netflix

Un giudice del tribunale distrettuale della California ha stabilito che la serie di Netflix, Baby Reindeer, non è basata su una storia vera. Questa decisione ha aperto la strada a Fiona Harvey, la presunta stalker che ha ispirato il personaggio di Martha nello show, per procedere con la sua causa per diffamazione contro Netflix, contestando la rappresentazione falsa della sua persona.

Nonostante non sia mai nominata direttamente in Baby Reindeer, Fiona Harvey è stata facilmente identificata dal pubblico dopo la pubblicazione della serie. Dopo aver dichiarato di essere stata riconosciuta come la “stalker” durante un’intervista con Piers Morgan, ha subito minacce e abusi sui social, descrivendo la serie come un tentativo di Richard Gadd di umiliarla pubblicamente.

Il giudice Gary Klausner ha confermato che molte delle rappresentazioni su Harvey presenti nella serie sono false, come il periodo trascorso in carcere per stalking o gli atti di violenza sessuale. Harvey ha quindi ottenuto il permesso di proseguire con la causa per diffamazione contro Netflix, sostenendo che la sua reputazione sia stata danneggiata dalla rappresentazione distorta nella serie.

Nonostante Richard Gadd abbia difeso la serie come una narrazione romanzata, la causa legale intentata da Fiona Harvey contro Netflix proseguirà. Il giudice Klausner ha evidenziato la presenza di un possibile intento doloso da parte della piattaforma nel pubblicizzare la serie come una storia vera, nonostante le discrepanze con la realtà. La controversia legale attorno a Baby Reindeer continua a sollevare domande sulla rappresentazione dei fatti nella narrazione mediatica.

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Redazione

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