Forum Pa 2017, la regola anti-furbetti funziona: sempre meno statali
Ha preso il via il Forum PA una tre giorni di appuntamenti dedicati alla macchina statale. Dai primi dati emersi si evince che l’Italia non è più un Paese di statali. I dipendenti della Pubblica Amministrazione italiana sono anziani, sottodimensionati e, in molti casi, non adeguatamente qualificati rispetto alla mansione da svolgere. Questo il quadro emerso.
Nel 2020 l’età media dei lavoratori pubblici sarà di 53,6 anni, un terzo dei dipendenti avrà più di 60 anni e sarà in uscita dal mercato del lavoro, mentre già adesso il 49% delle mansioni che richiedono una laurea è svolta da personale che non è laureato. Lo rivela l’indagine svolta da FPA e presentata al convegno di apertura del FORUM PA 2017, durante il quale la ministra per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia ha presentato il testo unico sul pubblico impiego.
Alcuni dati
“Oggi i dipendenti pubblici italiani sono 3.257.014”, ricorda lo studio, sottolineano che “dal confronto con gli altri paesi europei emerge che il numero non si distanzia molto da quello” di tre tra i principali Stati. “In Italia ci sono 5,5 impiegati pubblici ogni 100 residenti, una cifra leggermente inferiore in Germania (5,7), ancora meno in Spagna (6,4) e molto più distante dal Regno Unito, dove ci sono 7,9 impiegati pubblici ogni 100 cittadini”. Secondo l’indagine, infatti, “i tagli al personale dal 2007 a oggi hanno riguardato il 5% dei lavoratori, vale a dire 237.220 persone”.
Svuotamento della Pa
A lanciare l’allarme su un imminente svuotamento della Pubblica Amministrazione è il Forum Pa. Secondo l’indagine, infatti, “solo il 27,7% dei dipendenti pubblici ha meno di 45 anni, mentre l’età media dei lavoratori è di 50,02 anni e cresce con una media di sei mesi ogni anno”. Ecco che “andando avanti con questa tendenza nel 2020 l’età media sarà salita a 53,6 anni, con ben 232mila persone che avranno tra i 65 e i 67 anni e oltre 603mila tra i 60 e i 64 anni”.
Funziona la regona anti-furbetti
Le regole contro i cosiddetti ‘furbetti del cartellino’, ovvero i licenziamenti lampo per chi bara sulla presenza in servizio, stanno “funzionando, con già più o meno venti casi, i più recenti in Toscana ed Emilia Romagna”. Così la ministra della P.A. Marianna Madia intervenendo al Forum P.A. “Non sono contenta quando si licenzia, ma chi sbaglia paga con sanzioni dure ed efficaci”.
I costi della Pa
Gli stipendi dei lavoratori del pubblico impiego in Italia sono in linea con i salari dei lavoratori pubblici europei. La spesa (lordo stato) per ciascun dipendente pubblico è mediamente di circa 48mila euro, contro i 49mila della Germania e i 46mila dell’Inghilterra. Lo Stivale spende complessivamente per il monte stipendi dei suoi dipendenti pubblici 161,4 miliardi di euro, il 10,4% del PIL nazionale (dati 2015), contro il 228,6 della Germania (8,2% del PIL) e i 240,1 del Regno Unito (10%).
Carenza formativa
In Italia i dipendenti laureati o in possesso di titoli superiori sono circa il 40% del totale, il 41,1% ha un diploma di scuola media superiore, mentre il restante 18,3% si è fermato alla licenza media (dati del conto annuale 2015 della Ragioneria di Stato).
Una carenza formativa che per il 33% delle posizioni professionali del pubblico impiego si traduce in un disallineamento fra domanda e offerta di competenze: nel 19% dei casi il personale non è adeguatamente qualificato per la mansione che svolge, mentre nel 14% il titolo di studio del dipendente è superiore a quello richiesto dalla posizione ricoperta. La situazione più critica è senz’altro rappresentata dal gruppo degli occupati che svolgono lavori per i quali è richiesta la laurea: solo la metà (51%) ha effettivamente la laurea, mentre l’altra metà (49%) è costituita da persone con titolo di studio inferiore.
I “ritardi” della Pa
La ministra Madia ha indicato in “opacità, incertezza e mancanza di tecnologia” i ritardi principali della Pa, ritardi che la sua riforma, ora approvata per intero e in corso di attuazione, sta cercando di superare: “Abbiamo fatto una attenta manutenzione, ma senza discontinuità profonde per non creare incertezza. Siamo in un percorso virtuoso, novità come il silenzio assenso tra le amministrazioni stanno funzionando e aiutano i privati che vogliono investire in Italia”.