Forze armate, rivoluzione in vista: in arrivo il “Pentagono italiano”

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La ministra della difesa italiana, Roberta Pinotti, ha rilasciato un’intervista a Repubblica in cui ha parlato della sua proposta di riforma. Un piano per riorganizzare le forze armate, eliminando doppioni e superando antiche divisioni e “rivalità”. Sullo sfondo, il sogno di un “Pentagono italiano”.

Cambiare le cose in Italia, secondo quanto rivelato dalla ministra, non è semplice: “È molto complicato. Ci sono sempre punti di vista particolari che premono di più dell’interesse generale, per questo ogni innovazione diventa difficile. Partendo dal fatto che la Difesa in Italia funziona, ci sono stati però cambiamenti globali nella geopolitica, innovazioni tecniche e un calo di risorse che hanno imposto nuove sfide e la necessità di una trasformazione culturale”.

Introdurre una visione comune tra le forze armate ed effettuare un’operazione di selezione e scrematura: “Oggi non esiste una missione che non richieda componenti di tutte le forze armate: ci può essere prevalenza di Marina, Aeronautica, Esercito ma poi hai bisogno di uno sguardo d’insieme. L’identità viene preservata perché è un elemento importante, positivo, ma questa identità non può essere vissuta come competizione interna mentre ci sono tradizioni inveterate in cui l’appartenenza al corpo prevale rispetto allo spirito globale. Entro il 2024 contiamo di ridurre gli organici di 40 mila militari e 10 mila civili. Quanto agli alti ufficiali, negli anni passati c’è stata una proliferazione di comandi perché c’era un numero di generali e ammiragli promossi in base agli scatti di carriera. Credo che oggi sia richiesto che il numero dei generali sia conseguente alla necessità dei comandi e non viceversa”.

La Pinotti dice di sognare un unico comando dove rendere concreta l’integrazione dei vertici, una sorta di “Pentagono italiano”: “Lo stiamo già progettando. Abbiamo presentato una prima richiesta all’interno del budget per le infrastrutture previsto dalla Legge di stabilità. A Centocelle abbiamo già trasferito dal centro storico le 1500 persone della Direzione generale degli armamenti e lì c’è il Coi, il comando operativo che gestisce tutte le missioni all’estero e in Italia. E lì si è pensato di costruire la struttura con i vertici di tutte le forze armate. Spazi e cubature sono disponibili, abbiamo ipotizzato strade e infrastrutture. Non c’è dubbio che stare tutti insieme consente di pensarsi come un insieme e avere quelle continue relazioni che devono esistere tra le forze armate. E ci sarà un risparmio nella gestione, oltre alla possibilità di immettere sul mercato immobili di pregio”.

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