Francia, concessa la grazia alla donna che ha subito quasi 50 anni di violenze

Dopo anni di battaglie Jacqueline Sauvage potrà tornare a casa. Il presidente della Repubblica Francois Hollande le ha accordato la grazia definitiva. La donna era stata condannata per aver ucciso il marito violento dopo quasi 50 anni di violenze personali e familiari di ogni tipo. La Sauvage potrà uscire subito dal carcere.«Il presidente della Repubblica ha stabilito che il luogo in cui deve stare la signora Sauvage non è il carcere, ma la sua famiglia», si legge nella nota in cui l’Eliseo.

La vicenda

Per 47 anni aveva sopportato tutto. Le botte. Gli insulti. Le violenze. Gli stupri sulle tre figlie. Poi, la sera del 10 settembre 2012, svegliata a suon di schiaffi dopo essersi imbottita di sonniferi, non ce l’aveva fatta più. Aveva imbracciato il fucile del marito, Norbert Marot, e gli aveva sparato. Tre volte. Poi aveva telefonato al figlio Pascal. Senza risposta. Solo dopo essere stata arrestata per omicidio aveva scoperto che il figlio, cacciato dal padre dall’azienda di trasporti di famiglia, si era impiccato. Jacqueline Sauvage, 68 anni, in Francia, è diventata un simbolo della violenza sulle donne. A tal punto che, dopo essere stata condannata a dieci anni di reclusione sia in primo grado che in appello, era stata in parte graziata dal presidente della Repubblica, Francois Hollande, il 31 gennaio del 2016. Un intervento che le permetteva di presentare immediatamente una domanda di libertà condizionale; questa richiesta era stata però respinta in prima istanza. Dopo il tribunale di Melun, anche la Corte d’appello di Parigi aveva respinto la richiesta di libertà condizionata, nonostante la Procura avesse dato il via libera. Jacqueline quindi era ancora in carcere. «Fa ancora fatica ad accedere a un reale e autentico sentimento di colpa», avevano obiettato i giudici.

Libération a fine dicembre dell’anno scorso aveva lanciato, dalla prima pagina, un appello a Hollande perché facesse scarcerare Jacqueline che aveva raccolto oltre 400 mila firme. E la presidente del Comitato per la liberazione di Jacqueline, Eva Darlan, aveva organizzato una giornata di mobilitazione per il 10 dicembre. Appelli che alla fine sono serviti. «Ho deciso di accordare a Jacqueline Sauvage una grazia per la parte restante della sua condanna. Questo mette fine immediatamente alla sua detenzione», ha scritto Hollande su Twitter.
Pochi i casi di grazia in Francia: nel 2013 l’intervento presidenziale arrivò in favore di Philippe Shennawy, che fu liberato dopo 38 anni di prigione. Uno dei casi più famosi di perdono sotto la Repubblica francese fu quello accordato ad Alfred Dreyfus nel 1899: il capitano dello Stato maggiore, ebreo, era stato condannato da un tribunale militare con l’accusa, poi rivelatasi falsa, di alto tradimento.