Fuga dall’Italia, oltre 50 mila giovani trasferiti all’estero nel 2016
Sempre più italiani, soprattutto giovani, in fuga dal nostro paese. Il dato emerge dal rapporto Italiani nel mondo 2017 della Fondazione Migrantes della Cei, che racconta di 5 milioni d’italiani trasferiti in Europa e nel mondo, con un aumento del 3,3% in un solo anno.
Quali 50 mila nel 2016
Nel 2016 se ne sono andati in 48.600 nella fascia di età tra i 18 e i 34 anni, con un aumento del 23,3% rispetto al 2015. E ormai l’8,2 degli italiani vive fuori dai confini nazionali. In 124mila sono partiti l’anno scorso, +15,4%.
Da gennaio a dicembre 2016 le iscrizioni all’Aire (Anagrafe italiani residenti all’estero) per solo espatrio sono state 124.076 (+16,547 rispetto all’anno precedente, che a sua volta aveva visto un incremento del 15,4%), di cui il 55,5% (68.909) sono maschi.
Dai dati emerge che il 62,4% sono celibi/nubili e il 31,4% coniugati/e. Oltre il 39% di chi ha lasciato l’Italia alla volta dell’estero nell’ultimo anno ha un’età compresa tra i 18 e i 34 anni (oltre 9 mila in più rispetto all’anno precedente, +23,3%); un quarto ha tra i 35 e i 49 anni (quasi +3.500 in un anno, +12,5%).
In fuga anche i così detti “disoccupati senza speranza”
Poi c’è il 9,7% di chi ha tra i 50 e i 64 anni, ovvero i tanti “disoccupati senza speranza” tristemente noti alle cronache del nostro Paese poiché rimasti senza lavoro in Italia e con enormi difficoltà di riuscire a trovare alternative occupazionali concrete per continuare a mantenere la propria famiglia e il proprio regime di vita. Le donne sono meno numerose in tutte le classi di età a esclusione di quella degli over 85 anni (358 donne rispetto a 222 uomini): si tratta soprattutto di vedove che rispondono alla speranza di vita più lunga delle donne in generale rispetto agli uomini.
Le destinazioni
A livello continentale, oltre la metà dei cittadini italiani (2.684.325) risiede in Europa (54%), piu’ specificatamente nei primi quindici Paesi Ue (1.984.461, il 39,9%) mentre 2.010.984 vivono in America (40,4%), soprattutto in quella centro-meridionale (32,5%). A seguire l’Oceania (3%), l’Africa (1,3%) e l’Asia (1,3%).
I primi tre Paesi con le comunità più numerose sono Argentina (804.260), Germania (723.846) e Svizzera (606.578), mentre il Regno Unito segna la variazione più consistente (+27.602 iscrizioni nell’ultimo anno).
La metà (50,1%) dei cittadini italiani iscritti all’Aire vengono dal sud, il 34,8% e’ di origine settentrionale, il 15,6% e’ originario del centro. A livello provinciale, Roma e’ in prima posizione; tra i primi quindici territori solo tre sono del nord (Milano, Torino e Treviso rispettivamente in sesta, nona e decima posizione).
Guardando al dettaglio regionale resta la preponderanza (50,1%) dell’origine meridionale dei cittadini italiani iscritti all’Aire (Sud: 1.632.766 e Isole: 859.547, +47.262 rispetto ai 2.445.046 iscritti di origine meridionale nel 2016), mentre il 34,8% è di origine settentrionale (Nord-Ovest: 817.412 e Nord-Est: 806.613, +82.892 rispetto a 1.624.025 del totale Settentrione del 2016). Infine, il 15,6% è originario del Centro Italia (774.712, +32.620 rispetto al 2016).
Le regioni per le quali è più importante il flusso migratorio verso l’estero sono la Lombardia (20.389, pari al 19,9% del totale delle cancellazioni), la Sicilia (10.410, pari al 10,2%), il Veneto (9.499, pari al 9,3%), il Lazio (9.298, pari al 9,1%) e il Piemonte (7.767, pari al 7,6%). Le prime cinque province di cancellazione sono Roma, Milano, Torino, Napoli e Palermo da cui proviene circa il 25% delle migrazioni in uscita.