Gemelline siamesi al Bambino Gesù, separate le piccole del Burundi

Gemelline siamesi al Bambino Gesù, separate le piccole del Burundi

Gemelline siamesi, un’operazione complicata e ben studiata ha permesso di dividere le due sorelle, Francine e Adrienne, che schiena contro schiena era ormai unite da sette mesi.

Condividevano la zona sacrale, il midollo spinale e una parte dell’intestino ano-retto.

Gemelline siamesi: ben quattro equipes di medici

L’operazione è avvenuta al Bambino Gesù, dove quattro preparatissime equipe di medici, hanno lavorato alternandoci in un intervento della durata di dodici ore.

Venticinque i medici presenti.

A coordinare l’intervento Pietro Bagolan, il direttore del Dipartimento di Neonatologia medica e chirurgica ha poi detto: «La sfida di questo intervento è stata separare il midollo spinale senza sacrificare le varie radici nervose; ricostruire velocemente il sacco durale per evitare perdite di liquido cerebro-spinale e ricreare l’area ano-rettale mantenendo integra la funzionalità dello sfintere. Il nostro obiettivo prioritario era garantire alle bambine la migliore qualità di vita possibile tenendo conto che torneranno a crescere in un’area geografica in cui i presidi sanitari sono una rarità».

Gemelline siamesi: tre mesi di studi approfonditi

La preparazione ha avuto una durata di circa tre mesi, con esami, stampe 3D, risonanze tridimensionali e la massima cura ad ogni dettaglio.

Le aeree coinvolte nell’intervento sono state diverse, da Chirurgia Plastica a Neonatologia, da Neurochirurgia a Anestesiologia e Rianimazione e per concludere Diagnostica per immagini.

Non è la primavolta che il Bambino Gesù affronta un caso del genere, pochi mesi fa, il 7 ottobre era stata la volta delle due piccole algerine, Rayenne e Djihene, unite lungo il torace e l’addome.

La prima operazione di questo genere sirale agli anni 80’ e fu effettuata su due piccoli maschietti.

L’ospedale, ormai famoso per le sue opere umanitarie, finanzierà pro bono il caso delle piccole gemelle. Circa un centinaio i casi pro bono che nell’ultimo periodo l’ospedale ha affrontato, aiutando pazienti provenienti da tutto il mondo.

Una parentesi felice nella vita delle due bimbe, che finalmente potranno guardarsi negli occhi.

 

 

 

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