I ginecologi lombardi sono obiettori, interviene l’Onu
I ginecologi delle strutture lombarde sono obiettori. In sei ospedali non è consentita l’interruzione di gravidanza. L’Onu è preoccupato e richiama l’Italia.
In Lombardia 6 strutture hanno espresso il loro no all’aborto. Si tratta degli ospedali Chiavenna, Gavardo, Oglio Po, Gallarate, Sondalo e Iseo. L’80% così rende difficilissima l’applicazione della legge 194 ma in realtà l’obiezione è inferiore del 50%.
In Italia
Nonostante in Lombardia la maggior parte dei ginecologi sia contro l’aborto, il ricorso all’interruzione di gravidanza in Italia è in calo. Nel 2015 nelle altre regioni, buone percentuali di donne non hanno praticato l’aborto. Il Liguria il 40,3%, Piemonte (32,5%), Emilia Romagna (25,8%) e Toscana (20,1%).
Sara Valmaggi, vicepresidente del Consiglio regionale in quota Pd, chiede alle strutture della regione di proporre l’Ivg framacologico. Tutte le aziende sanitarie devono consentire l’interruzione di gravidanza nei tempi previsti. Chiede inoltre la possibilità di istituire dei concorsi ah hoc per assumere medici non obiettori.
La reazioni
Giulio Gallera, assessore regionale risponde alle proposte della vicepresidente: “La regione garantisce a tutte le donne la libertà di scelta di interrompere volontariamente la gravidanza, prevista dalla legge nazionale 194. Non abbiamo necessità di ricorrere a concorsi per reclutare medici non obiettori”. Il presidente della commissione regionale Sanità, Fabio Rolfi ha ricordato che l’obiezione dei medici esiste perché l’aborto scuote le coscienze.
L’Onu
L’Onu richiama l’Italia, i medici obiettori hanno fatto crescere il numero di aborti clandestini. Secondo il comitato dei diritti umani, il nostro paese dovrebbe consentire l’interruzione di gravidanza. Viene affrontato anche il tema dei diritti delle coppie dello stesso sesso. Secondo L’Onu l’Italia dovrebbe permettere loro di adottare bambini, compresi i figli biologici del partner.