Giornalista italiano bloccato in Turchia: delegazione per incontrarlo

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Gabriele Del Grande, il blogger e documentarista italiano è ancora trattenuto dal 7 aprile  in Turchia. Solo ieri il primo contatto quando ha chiamato la moglie ed ha annunciato uno sciopero della fame. È la prima telefonata concessa da domenica 9 quando è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay.

Le sue parole

“Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano – ha detto Gabriele Del Grande nella telefonata alla moglie – mi hanno fermato al confine. Dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento”.

“I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo – ha detto Del Grande – Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato”.

Le ragioni

“La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”, ha concluso Daniele Del Grande.

Cosa sta facendo la Farnesina

La Farnesina e l’Ambasciata d’Italia ad Ankara stanno seguendo il caso del giornalista Del Grande con la massima attenzione. Sin dal suo inizio, in costante contatto con i familiari.

Una delegazione del consolato italiano di Smirne si è recata nel centro di detenzione amministrativa di Mugla, sulla costa egea meridionale della Turchia. L’invio di una rappresentanza consolare era stato disposto dal ministro degli Esteri, Angelino Alfano. L’ambasciatore d’Italia ad Ankara, Luigi Mattiolo, ha trasmesso alle autorità turche la richiesta di visita consolare, come previsto dalla Convenzione di Vienna del 1963.

“Ho in fase di lavorazione un contatto mio personale e diretto con il Governo turco, per fargli capire chiaramente qual è il livello di attenzione del nostro Paese su questa vicenda”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a proposito della vicenda del giornalista Gabriele Del Grande.

Chi è Del Grande

Gabriele Del Grande, 35 anni, è reporter e documentarista. Nel 2014, insieme ad Antonio Augugliaro e Khaled Soliman Al Nassiry, ha realizzato il documentario “Io sto con la sposa”. Il film racconta la vera storia di cinque profughi palestinesi e siriani, sbarcati a Lampedusa, che per arrivare in Svezia mettono in scena un finto matrimonio. Finanziato con il crowdfunding, il film è stato presentato alla 71ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia, sezione Orizzonti.

Come giornalista ha collaborato con L’Unità, Redattore Sociale, Peace Reporter. Ha scritto i libri “Mamadou va a morire”, “Il mare di mezzo” e “Roma senza fissa dimora”. Nel 2013 ha realizzato un reportage sulla guerra civile siriana, pubblicato da Internazionale.

Considerato lo svolgimento del referendum sulla riforma della Costituzione in Turchia, il rimpatrio potrebbe aver preso del tempo. I controlli nei confronti dei reporter si sono ulteriormente irrigiditi in Turchia dopo il fallito golpe della scorsa estate.

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