Giornata della memoria, il presidente Grasso ricorda l’olocausto
Oggi è il giorno della memoria. Il 27 gennaio 1945 i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz furono abbattuti, mostrando al mondo intero gli orrori dell’Olocausto. La giornata della memoria è stata istituita tramite una legge pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 177 del 31 luglio 2000. Il fine è quello di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei e gli italiani che hanno subito la deportazione, le stragi e chi si è opposto allo sterminio, salvando vite e mettendo a rischio la propria.
Settemila vite vennero salvate quel giorno. I pochi superstiti di una genocidio causato dall’antisemitismo nazista, concretizzatosi con le leggi di Norimberga del 1935, che privarono gli ebrei di ogni diritto. Gli ebrei furono, così, confinati nei ghetti dai nazisti. Quelli di Auschwitz e Varsavia furono palcoscenici delle più grandi stragi. Un bilancio di circa sei milioni di ebrei uccisi.
Fritz Klein, medico attivo nei campi di sterminio, a suo tempo, disse: “Il mio giuramento ippocratico mi impone di asportare dal corpo un’appendice incancrenita. Gli ebrei sono l’appendice incancrenita dell’umanità, ecco perché li elimino”. Un eccidio immotivato, spinto da un razzismo frutto di ignoranza, che è diventato una delle più grande tragedie della storia.
Il presidente del senato, Pietro Grasso, ricorda: “Di quanta intelligenza, di quanta forza, di quante potenzialità, l’Italia si è privata con quelle leggi vergognose che hanno condannato prima all’esilio, poi alla prigionia e alla morte, una parte della sua popolazione?”.
Ricordiamo l’Olocausto con i celebri versi di Primo Levi in “Se questo è un uomo”:
«Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.»