Aids, un malato su 7 non sa di esserlo: arriva l’auto-test in farmacia
Una malattia che non fa più paura ma che uccide ancora, questo emerge dai dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità (Iss) in occasione della giornata mondiale dell’Aids. Aumenta il numero delle persone che si ammalano di Aids e lo scoprono troppo tardi. Diagnosi tardive che fanno lievitare la catena delle infezioni.
Nel Mondo il 40% di tutte le persone con Hiv, in tutto 14 milioni di individui non sa di essere sieropositivo. Un individuo su 4 con Hiv non è a conoscenza del proprio stato.
Nel 2015, il nostro paese si conferma al tredicesimo posto in Europa per le nuove diagnosi di Hiv: sono 3.444, in lieve calo rispetto agli anni precedenti. Chi ha scoperto di essere sieropositivo è nel 77% dei casi maschio e l’età più frequente è di 39 anni (36 anni per le donne).
La principale causa di contagio sono i rapporti sessuali non protetti: 44,9% eterosessuali e il 40,6% maschi omosessuali, per un totale dell’85,5% di tutte le segnalazioni. E considerando che il picco di incidenza, 15,4 casi ogni 100 mila residenti sono nella fascia di età 25-29 anni, risulta fondamentale potenziare l’informazione tra i giovani delle fasce di età precedenti.
Al di fuori dei confini dell’Europa la situazione è ancora peggiore, con la regione europea dell’Oms, che comprende anche la Russia e le Repubbliche ex sovietiche, che per la prima volta ha superato i due milioni di sieropositivi, con un aumento del 7% rispetto all’anno precedente e con l’80% dei nuovi casi che si concentra a est. Per cercare di sensibilizzare sul tema anche il nostro Paese, come il resto del mondo, vede centinaia di iniziative in occasione della giornata mondiale. Fino a tutto il week end sono previsti spettacoli, vendite di beneficenza, convegni e sessioni di test gratuiti.
Per combattere la patologia c’è il test fai-da-te che da oggi sarà disponibile in farmacia.
Il kit, costerà 20 euro e sarà presente in 2800 farmacie italiane. Garantisce l’anonimato e verrà venduto ai maggiorenni senza bisogno di ricetta medica. Si tratta di un prelievo del sangue con una piccola puntura al polpastrello.
Già dopo 15 minuti sono disponibili i risultati.
Chi risulta positivo viene invitato a sottoporsi a un test di conferma in un centro sanitario.
L’Oms raccomanda che vengano messe a disposizione informazioni e collegamenti con il counselling nonché rapidi riferimenti ai servizi di prevenzione, cura e assistenza. Una delle maggiori resta quella dei paesi africani, soprattutto dell’Africa Sub-Sahariana, dove quasi un adulto su 20 è sieropositivo.
A subirne le conseguenze sono spesso le categorie più vulnerabili, non solo donne in stato di gravidanza e bambini ma anche gli adolescenti. “Dall’esperienza di Msf nei progetti Hiv in diversi Paesi, rimangono prioritari non solo l’accesso ai farmaci e a test diagnostici e di monitoraggio della cura, ma anche le strategie basate sul coinvolgimento delle comunità, per sensibilizzare e promuovere la prevenzione, l’educazione alla salute e l’aderenza.