Oggi è il giorno della dichiarazione di indipendenza della Catalogna

Oggi è il giorno della dichiarazione di indipendenza della Catalogna

C’è grande attesa per la dichiarazione di indipendenza della Catalogna che il presidente Carles Puigdemont proclamerà molto probabilmente oggi alle 18 davanti all’assemblea catalana.

La preoccupazione per gli scenari che si potrebbero prospettare è tanta: la sindaca di Barcellona Ada Colau ha chiesto cautela. In una dichiarazione istituzionale sulla crisi, l’esponente di Catalunya en Comú si è rivolta al primo ministro Mariano Rajoy e a Puigdemont auspicando che “non prendano nessuna decisione che possa minare la possibilità di uno spazio di dialogo“.

Il presidente della Generalitat non dovrebbe dunque dichiarare unilateralmente la secessione dalla Spagna, mentre Rajoy dovrebbe astenersi dal fare ricorso all’articolo 155 della costituzione per imporre la sua autorità sulla Catalogna. “Ci troviamo davanti alla crisi istituzionale più grave in questo paese dall’avvento della democrazia“, ha detto la Colau, aggiungendo che i risultati del referendum del primo ottobre “non possono essere un avallo per proclamare l’indipendenza”.

Madrid impedirà con ogni mezzo la secessione

Il governo ha continuato a ribadire che impedirà con ogni mezzo l’indipendenza catalana. La numero due dell’esecutivo spagnolo, Soraya Saenz de Santamaria, ha avvertito che se il presidente dell’esecutivo della Catalogna dichiarerà l’indipendenza della regione “bisogna essere pronti a tutto” per “il ripristino della legge e della democrazia”. Quanto a Puigdemont, secondo alcuni analisti potrebbe ripiegare su una dichiarazione che rinvii di sei mesi l’indipendenza.

Cosa rischia il presidente

Il presidente catalano rischia l’arresto. C’è un precednete, quello di LLuis Company, che nel 1934 dichiarò l’indipendenza catalana e fu subito arrestato per ordine di Madrid. “Speriamo che non verrà dichiarato nulla, perché chi la dichiarerà finirà come chi l’ha dichiarata 83 anni fa”, ha detto Pablo Casado, riferendosi a Company.

Intanto il presidente del Tribunale di giustizia in Catalogna ha deciso di affidare la responsabilità della sicurezza del Palazzo di Giustizia alla polizia spagnola, togliendola ai Mossos d’Esquadra. Continua anche la fuga delle aziende che temono di ritrovarsi fuori dall’Unione europea nel caso in cui la Generalitat si dichiari indipendente.

Anche il gestore autostradale Abertis ha deciso di spostare la propria sede sociale da Barcellona e Madrid. La decisione, ha informato il gruppo, “è presa al fine di mantenere la normale operatività della società e con il fine di proteggere i suoi interessi generali”.

Puigdemont dalla sua parte ha soltanto il suo popolo d’indipendentisti, pari a meno del 40 per cento dei 5 milioni che avrebbero potuto votare per il «no» al referendum di domenica 1° ottobre, ma che non si sono nemmeno presentati ai seggi, perché totalmente contrari al referendum «fai da te».Il sindaco di Bercellona Ada Colau ha chiesto una nuova riflessione: «Puigdemont non dichiari l’indipendenza unilateralmente. Lasciamo la trincea, è il momento del dialogo».

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