Il Garante “richiama” i Vip: troppa pubblicità occulta sui social

Il Garante “richiama” i Vip: troppa pubblicità occulta sui social

Il Garante scrive ai Vip e li richiama ad un comportamento corretto in merito alla pubblicità occulta che viaggia nei social, molto spesso attraverso le star, appunto. «La pubblicità deve essere sempre trasparente».

La lettera inviata a Vip e produttori

L’Autorità Antitrust, con la collaborazione del Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ha quindi inviato alcune lettere di «moral suasion» ad alcuni dei principali influencer e alle società titolari dei marchi visualizzati senza l’indicazione evidente della possibile natura promozionale della comunicazione, per sollecitare la massima trasparenza e chiarezza sull’eventuale contenuto pubblicitario dei post pubblicati. Nella lettera non si fanno nomi ma, secondo indiscrezioni, tra i destinatari delle lettere ci sono, tra gli altri, Belen Rodriguez, Fedez, Chiara Ferragni, Alessia Marcuzzi e Federica Pellegrini e, tra i marchi, Vuitton, Alberta Ferretti e Adidas.

Cosa sono soliti fare i Vip

I personaggi con un numero elevato di followers  mostrano sostegno o approvazione (endorsement) per determinati brand, generando un effetto pubblicitario, ma senza palesare in modo chiaro e inequivocabile ai consumatori la finalità pubblicitaria della comunicazione. Tale fenomeno, sottolinea l’Authority, sta assumendo dimensioni sempre più crescenti in ragione della sua efficacia derivante dal fatto che gli influencer riescono a instaurare una relazione con i followers-consumatori, i quali percepiscono tali comunicazioni come consiglio derivante dall’esperienza personale e non come comunicazione pubblicitaria.

Il Garante spiega alle star della Rete che – in caso di prodotti regalati o di contratti pubblicitari in essere – devono utilizzare degli hashtag di preavviso. Del tipo: sponsorizzazione, spot, pubblicità, inserzione a pagamento, advertising, prodottofornitoda. Soluzione che qualcuno degli artisti “diffidati” usa in verità, evidentemente non sempre.

L’uso dell’hastag per identificare una comunicazione pubblicitaria

L’Autorità ha  individuato criteri generali di comportamento e ha chiesto di rendere chiaramente riconoscibile la finalità promozionale, ove sussistente, in relazione a tutti i contenuti diffusi mediante social media, attraverso l’inserimento di avvertenze, quali, a titolo esemplificativo e alternativo, #pubblicità, #sponsorizzato, #advertising, #inserzioneapagamento, o, nel caso di fornitura del bene anche se a titolo gratuito, #prodottofornitoda; diciture alle quali far sempre seguire il nome del marchio.

Nelle sue lettere, l’Antitrust svela ai consumatori le tecniche che – a volte – la pubblicità occulta mette in campo. Svariati artisti sembrano utilizzare i loro account per una conversazione tutta privata con gli ammiratori. Le fotografie appaiono spontanee, naturali, sono realizzate con tecniche non sofisticate.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *