Il generale dell’Esercito Vannacci dichiara: “Non mi dimetto”

Il generale dell’Esercito Vannacci dichiara: “Non mi dimetto”

L’eurodeputato della Lega e generale Roberto Vannacci risponde a un giornalista che gli ha suggerito di dimettersi dall’Esercito, ribadendo il suo impegno per la Patria e i valori costituzionali. Sottolinea che nessuna legge gli impone di farlo e che la partecipazione politica di militari e magistrati è prevista dalla legge. Esprime la sua volontà di continuare a difendere i valori della libertà, democrazia e giustizia, sia in passato come militare che ora come politico. Critica il collegamento fatto dal giornalista con la Decima Mas e ribadisce il suo rispetto per gli eroi del passato.

La difesa dei valori costituzionali e la partecipazione alla vita politica:

L’eurodeputato della Lega e generale Roberto Vannacci ha risposto alle critiche riguardo alla sua carriera militare e alla sua partecipazione alla vita politica con fermezza. Ha sottolineato che il suo impegno per la Patria e per i valori costituzionali è indissolubile, e che il suo giuramento di fedeltà al tricolore è eterno. Ha chiarito che nessuna legge impone ai militari di rinunciare alla propria vita politica, permettendo loro di partecipare attivamente alla democrazia nazionale. La sua carriera militare è stata sempre improntata alla difesa dell’Italia e alla protezione dei suoi valori fondamentali.

Roberto Vannacci ha anche ricordato l’importanza della libertà di espressione del pensiero e del rispetto della dignità umana, valori che ha difeso sia come militare sul campo di battaglia che come politico a Bruxelles. Ha respinto categoricamente le accuse relative alla sua presunta vicinanza a ideologie fasciste, sottolineando il rispetto per il giudizio politico al di là delle opinioni personali.

Il generale ha evidenziato l’importanza di mantenere viva la memoria degli eroi del passato, come quelli della Decima Mas, ringraziando la Marina Militare per portare avanti le tradizioni e il coraggio di coloro che hanno sacrificato tutto per difendere l’Italia. Ha infine ribadito la sua volontà di continuare a servire la Patria, sia in armi che con il contributo alla sua prosperità, mettendo sempre al primo posto i valori che da sempre ispirano la sua azione.

La lettera di Roberto Vannacci al Corriere della Sera è un monito contro il pregiudizio e un invito a riflettere sull’importanza della coerenza tra azioni e valori, sia nell’ambito militare che in quello politico. La sua determinazione nel perseguire la difesa dei principi democratici e costituzionali rimane fermo, pronto a tornare al servizio militare attivo in futuro come atto di amore e dedizione alla Patria.

La difesa dei valori costituzionali e il ruolo del generale Vannacci

Il generale Roberto Vannacci ha recentemente ribadito il suo impegno per la Patria e per i valori costituzionali, sottolineando che il suo giuramento al tricolore è per sempre. In risposta alle critiche ricevute, Vannacci ha espresso la propria convinzione che nessuna legge lo obblighi a dimettersi dall’Esercito e che la partecipazione alla vita politica da parte di militari e magistrati sia prevista e regolamentata.

Il generale ha difeso la sua integrità e correttezza nelle azioni e dichiarazioni fino ad oggi, sottolineando come la sua attività attuale miri a promuovere e difendere i valori fondamentali della libertà, della democrazia, della giustizia e del rispetto della dignità umana. Il suo servizio alla Patria continua con la stessa passione e impegno di sempre, ora contribuendo al benessere dell’Italia dallo scranno di Bruxelles.

Vannacci ha anche risposto alle critiche riguardo alla sua esperienza nelle Forze Speciali del Paese e alla menzione della Decima Mas, sottolineando il rispetto per la gloriosa unità e per gli eroi che ne hanno fatto parte. Ha espresso disappunto per la mancanza di conoscenza dei giovani riguardo a questi personaggi e ha ribadito il suo rispetto per giudizi politici, anche se non condivide l’etichetta di “fascistà”.

In conclusione, il generale Vannacci continua a difendere la democrazia e a lavorare per il bene dell’Italia, con la speranza di poter tornare un giorno al servizio militare attivo, seguendo l’esempio di Cincinnato nel tornare alle proprie terre dopo il servizio per la Patria.

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