“Il mio comportamento violento nei confronti di Giulia Cecchettin era già accaduto in passato” – Dichiarazioni di Filippo Turetta durante l’interrogatorio
Filippo Turetta, già violento con la ex fidanzata Giulia Cecchettin, è stato estradato in Italia e chiuso nel carcere di Verona dopo un tentativo di fuga in Germania. A dicembre ha parlato davanti al pm di Venezia Andrea Petroni, raccontando dei precedenti segnali di violenza verso Cecchettin.
Durante quell’interrogatorio, Turetta ha confessato di aver colpito la ex fidanzata in passato, come quando le ha dato uno schiaffo su una coscia durante una discussione al parcheggio di una gelateria a Padova. Ha anche raccontato di aver afferrato Cecchettin per un braccio durante un litigio e di aver scritto messaggi minacciosi a causa di un esame non superato.
Parlando dei momenti prima del femminicidio, Turetta ha descritto come ha aggredito Cecchettin vicino a casa sua a Vigonovo. Dopo un primo attacco in un parcheggio, ha inseguito la ragazza e le ha inflitto diverse coltellate a Fossò, prima di liberarsi dell’arma.
Durante l’interrogatorio, Turetta ha ammesso di essere stato ossessionato dal mantenere il rapporto con Cecchettin nonostante la fine della relazione. Ha confessato di aver avuto pensieri suicidi e che la reazione violenta è stata scatenata dalla paura di perderla definitivamente.
Il comportamento di Turetta è stato analizzato anche dallo psicologo del carcere, che ha evidenziato la sua incapacità di accettare la fine della relazione. Il profilo dell’uomo è stato definito tipico di molti femminicidi, caratterizzato dall’ossessione per il partner e dalla violenza reattiva.
Turetta rischia l’ergastolo per l’aggravante della premeditazione e comparirà davanti al gup di Venezia il prossimo 15 luglio per la prima udienza preliminare. La storia di violenza e ossessione di Filippo Turetta verso Giulia Cecchettin rappresenta un caso drammatico di femminicidio che ha scosso l’opinione pubblica e messo in luce l’importanza di prevenire e contrastare tale fenomeno.
La tragedia di Giulia Cecchettin è un monito contro la violenza di genere e un richiamo all’importanza di riconoscere e affrontare i segnali di abuso nelle relazioni. La memoria di Giulia deve essere preservata e onorata affinché la sua storia possa sensibilizzare e proteggere altre donne da situazioni simili.