In Italia il più alto numero di donne lavoratrici indipendenti in Europa
In Italia, nonostante il basso tasso di occupazione femminile in Europa, il numero di lavoratrici indipendenti è il più alto. Le donne italiane in possesso di partita Iva sono 1.610.000, superando Francia e Germania. La maggior parte delle imprenditrici opera nei servizi alla persona e alle imprese. Il basso tasso di occupazione femminile è dovuto al carico di lavoro domestico. L’imprenditoria femminile potrebbe incrementare l’occupazione delle donne, che spesso intraprendono questa strada per motivi socio-economici o personali. Le province del Mezzogiorno presentano la maggiore incidenza di imprese femminili, con Cagliari in testa. La Città Metropolitana di Roma ha il maggior numero di attività gestite da donne.
Il numero di lavoratrici indipendenti in Italia supera il resto d’Europa
Nonostante l’Italia abbia il tasso di occupazione femminile più basso in Europa, il numero assoluto di lavoratrici indipendenti nel paese è il più elevato del continente. Con 1.610.000 donne italiane in possesso di partita Iva che svolgono attività come artigiane, commercianti, esercenti o libere professioniste, l’Italia supera sia la Francia con 1.433.100 donne che la Germania con 1.294.100 donne. Questi dati, forniti dall’Ufficio studi della Cgia, rendono evidente l’importanza delle imprenditrici nel panorama lavorativo italiano.
Il predominio dell’imprenditoria femminile diventa ancora più significativo considerando che la popolazione femminile in età lavorativa in Italia è di 17.274.250 persone. In Francia, il numero di donne in età lavorativa supera di 1,9 milioni quello italiano, mentre in Germania supera di ben 7,3 milioni. La grande sfida rimane il basso tasso di occupazione femminile in Italia, principalmente a causa del carico di lavoro domestico che grava sulle spalle delle donne.
L’imprenditoria femminile, grazie alla flessibilità che offre permette alle donne di conciliare meglio lavoro e famiglia. Numerosi studi internazionali evidenziano come le imprenditrici assumano altre donne in modo significativamente maggiore rispetto ai colleghi maschi. Le motivazioni che spingono le donne a intraprendere un percorso imprenditoriale possono essere sia di natura economica, come la disoccupazione, che motivazionale, legate alle proprie aspirazioni personali.
Le province del Mezzogiorno risultano essere le più attive in termini di imprese a conduzione femminile, con Cagliari in testa alla classifica nazionale per incidenza percentuale di attività guidate da donne sul totale provinciale. In cima alla classifica per numero assoluto di imprese femminili troviamo la Città Metropolitana di Roma, seguita da Milano, Napoli, Torino e Bari.
L’imprenditoria femminile in Italia: numeri e prospettive
L’Italia si trova ad affrontare il paradosso di avere uno dei tassi di occupazione femminile più bassi d’Europa, ma allo stesso tempo di presentare il numero più elevato di lavoratrici indipendenti. Con oltre 1.600.000 donne in possesso di partita Iva nel 2023, il nostro Paese supera Francia e Germania. Questo primato assume un’importanza maggiore considerando il basso tasso di occupazione femminile nel complesso, principalmente a causa del peso del lavoro domestico che grava sulle donne italiane.
La predominanza delle imprenditrici attive nel settore dei servizi alla persona e alle imprese evidenzia una tendenza in linea con le esigenze del mercato del lavoro attuale. L’investimento limitato nei servizi sociali e della prima infanzia ha penalizzato le donne in maniera significativa, ostacolando la creazione di nuovi posti di lavoro che avrebbero potuto essere occupati soprattutto da loro. Tuttavia, l’imprenditoria femminile si configura come una delle chiavi per aumentare l’occupazione femminile nel Paese.
Diversi studi internazionali evidenziano i motivi che spingono le donne a intraprendere un percorso imprenditoriale, sia di natura strutturale che motivazionale. Grazie all’autoimprenditorialità, le donne possono conciliare meglio lavoro e famiglia, compensando le difficoltà di reinserimento nel mercato del lavoro dopo la maternità. Le province del Mezzogiorno si distinguono per l’alta incidenza di imprese a conduzione femminile, confermando un trend positivo per l’economia locale.
In una prospettiva di sviluppo futuro, è fondamentale investire in politiche di sostegno all’imprenditoria femminile, creando le condizioni per favorire la crescita e il successo delle donne nel mondo del lavoro. Solo così sarà possibile valorizzare al massimo il potenziale imprenditoriale femminile e contribuire alla riduzione del gap di genere nell’occupazione.
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