Inps, crollano i contratti “stabili”, frenano anche i voucher

Inps, crollano i contratti “stabili”, frenano anche i voucher

L’Osservatorio sul precariato dell’Inps conclude la fotografia dell’andamento di assunzioni e licenziamenti nel 2016 registrando un anno positivo ma di forte rallentamento per il mercato del lavoro. Si è esaurita la spinta degli sgravi ad assumere e con essa è venuta meno la corsa all’apertura di contratti stabili incentivati nel 2015.

Il raffronto è impietoso: l’anno scorso il saldo tra aperture e chiusure di contratti a tempo indeterminato è stato positivo per poco più di 80mila unità, con un tracollo dalle oltre 930mila dell’anno prima.

Nel 2016 sono stati stipulati circa 1,72 milioni di contratti a tempo indeterminato, comprese le trasformazioni, a fronte di 1,64 milioni di cessazioni di rapporti stabili: il saldo positivo è di circa 82.000 contratti, con una flessione del 91% rispetto allo stesso dato del 2015, quando il saldo era di 933.000 contratti in più.

Si assiste ad un netto calo delle assunzioni a tempo indeterminato (-37%) e delle trasformazioni a tempo indeterminato di rapporti a termine (-35%). Inps: in 2016 crollo assunzioni stabili (-37%) I contratti a tempo indeterminato sono stati nel 2016 763.000 in meno del 2015, con un crollo del 37,6%.

Nel gennaio 2017 le vendite dei voucher, pari 8,9 milioni (valore nominale di 10 euro) si sono stabilizzate su livelli analoghi a quelli di gennaio 2016 (8,5 milioni), “con un modesto incremento” del 3,9%. Lo comunica l’Inps spiegando che “la forte flessione nella crescita, sempre più marcata a partire da ottobre 2016, può riflettere anche gli effetti del decreto legislativo con cui sono stati introdotti obblighi di comunicazione preventiva in merito all’orario di svolgimento della prestazione lavorativa”.

Le domande di disoccupazione e mobilità a dicembre sono diminuite del  -9,8%. A dicembre dello scorso anno sono state inoltrate 604 domande di disoccupazione e 10.928 domande di mobilità, per un totale di 136.444 domande, il -9,8% rispetto al mese di dicembre 2015 (151.336 domande).

Nell’arco dell’intero 2016 le domande per prestazioni di disoccupazione (Naspi, Aspi e mini Aspi) e mobilità sono risultate in calo del 12,1% sul 2015, quando si era verificata una diminuzione ancora più forte (-14,3%). Guardando ai numeri assoluti, ormai risultano sotto quota 2milioni (nel 2016 si sono formate a 1.846.024, erano 2.099.030 l’anno precedente).

Complessivamente il numero di contratti attivi (l’Inps guarda ai flussi, non alle teste come l’Istat) resta in crescita: alla fine del 2016, nel settore privato, ce n’erano 340mila in più di dodici mesi prima (la metà di quelli creati nel 2015). Sommando comunque i due anni si ha un biennio che sfiora il +1milione di contratti.

Le assunzioni, sempre riferite ai soli datori di lavoro privati, nel periodo gennaio-dicembre 2016 sono risultate 5.804.000, con una riduzione di 464.000 unità rispetto al corrispondente periodo del 2015 (-7,4%). A rallentare sono state soprattutto le assunzioni stabili (-37,6% sul 2015), mentre le aperture di contratti a termine hanno segnato una crescita dell’8%.

Secondo l’Inps ci sono meno rischi di perdere il posto di lavoro: “Il tasso di licenziamento (calcolato rispetto all’occupazione esposta al rischio ad inizio anno) per tutto il 2016 (5,9%) risulta inferiore rispetto a quello corrispondente del 2015 (6,1%) e del 2014 (6,5%)”. Si conferma il balzo dei licenziamenti per giusta causa, passati da 59 a 74mila, ma per l’Istituto non è da collegare alle modifiche sull’articolo 18 quanto piuttosto alle nuove discipline delle dimissioni online (scese intanto da 938 a 811mila).

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