Insultare la suocera non è più un reato
L’intuizione è dello ‘Studio Cataldi‘ che, memore delle innumerevoli vicende giudiziarie che hanno come unico filo conduttore gli insulti indirizzati alla suocera, ha messo insieme la giurisprudenza con il recente decreto legislativo numero 7 del 2016 che, di fatto, ha depenalizzato il reato di ingiuria. Una vera e propria rivoluzione per le liti fra parenti ed affini.
Si pensi, ad esempio, ricorda lo Studio Cataldi, a quanto deciso con la sentenza numero 35874/2009, con la quale la Corte ha condannato per ingiuria un uomo che aveva aggredito verbalmente la madre della moglie davanti a quest’ultima: anche se gli epiteti e le espressioni di disprezzo si riferivano alla suocera, dato lo stretto legame parentale tra le due donne non c’era dubbio che da essi fosse derivata una lesione del decoro della moglie (vittima del reato). È andata meglio, invece, a un uomo siciliano che aveva definito più volte la suocera una “vipera“: per la Cassazione, in questo caso, si trattava solo di dichiarazioni di insofferenza che non potevano assumere rilevanza penale, soprattutto in quanto pronunciate dopo un’aspra discussione che aveva addirittura determinato l’intervento delle forze dell’ordine (vedi sentenza numero 5227/2012).
Oggi, però, per tutti i generi insofferenti le cose vanno un po’ meglio: con il d.lgs 7/2016 l’ingiuria non è più un reato penale. Ciò vuol dire che insultare la suocera non comporta più il rischio di subire una pena restrittiva. Se si esagera, tuttavia, la ‘punizione’ potrebbe comunque arrivare: quella del risarcimento del danno e del pagamento della sanzione pecuniaria civile.