Isis: Trump sgancia “la madre di tutte le bombe” in Afghanistan
Secondo indiscrezioni giunte dalla Cnn, gli Usa del nuovo presidente Donald Trump avrebbero sganciato per la prima volta “la madre di tutte le bombe” nella zona di Nangarhar, ad est dell’ Afghanistan, con l’obiettivo di distruggere una postazione dell’Isis.
“Mother of all bombs”
Si tratterebbe di un ordigno convenzionale, chiamato GBU-43 Moab (Massive ordnance air blast), ribattezzato dagli stessi americani “Mother of all bombs”. La bomba pesa quasi 10 tonnellate e ha una potenzialità esplosiva in grado di distruggere qualsiasi cosa nel raggio di un centinaio di metri: è l’ordigno non nucleare più potente al mondo. Sempre a Nangarhar, lo scorso weekend un soldato delle forze speciali americane, il sergente Mark R. De Alencar, 37 anni, è rimasto ucciso durante un’operazione contro i jihadisti. L’esplosione sarebbe stata così potente da essere udita anche in due distretti confinanti con quello di Achin e avrebbe provocato la morte di molti militanti dell’ Isis, fra cui il fratello di un importante leader del gruppo terrorista
Avvertimento alla Corea del Nord?
Non è da escludere che l’uso della super bomba sia anche un avvertimento alla Corea del Nord. “Il presidente americano Donald Trump potrebbe aver deciso di ricordare al mondo ancora una volta” che “la dimostrazione di forza” è “sempre stata un argomento della politica estera americana”: così si è espresso il presidente della Commissione Difesa e Sicurezza del Senato russo, Viktor Ozerov.
Trump: “La super bomba un altro grande successo”
“Un’altra missione di successo, sono molto orgoglioso dei nostri militari”, ha commentato Trump, che ha detto di aver dato la piena fiducia ai vertici militari che hanno condotto l’operazione. Il messaggio, in questo caso, è duplice. Da un lato Trump vuole mettere in guardia la Corea del Nord, che secondo le informazioni satellitari americane è pronta a un nuovo test atomico. Dall’altro, il presidente intende riaffermare la determinazione degli Usa a sconfiggere lo Stato islamico, dopo le polemiche dei giorni scorsi in seguito al raid americano contro una base siriana come rappresaglia all’attacco chimico nella provincia di Idlib.
Casa Bianca: “Evitati danni collaterali”
Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, ha confermato in apertura del briefing quotidiano che gli Stati Uniti hanno colpito l’Afghanistan sganciando una bomba mirata a colpire “tunnel e grotte usate dai miliziani dell’Isis”. Spicer ha quindi sottolineato che nell’azione “sono state prese tutte le precauzioni per evitare vittime civili e danni collaterali”, rimandando poi al Pentagono per ulteriori dettagli. Nella nota, il generale John Nicholson, comandante delle forze americane in Afghanistan che, secondo Cnn, ha firmato l’autorizzazione per l’uso dell’ordigno, definisce “questo genere di armamento ideale per ridurre questo genere di ostacoli – tunnel e bunker – e mantenere lo slancio nella nostra offensiva contro l’Isis”.