Israele Affronta una Crisi Economica: L’Impatto dei Dazi Statunitensi sulle Tariffe Nazionali

Israele Affronta una Crisi Economica: L’Impatto dei Dazi Statunitensi sulle Tariffe Nazionali

Benjamin-Netanyahu-e-Bezalel-Smotrich.jpg

Israele e il Timore Economico: Le Nuove Tariffe Statunitensi

Un forte allarme ha colpito i circoli economici israeliani a seguito della recente decisione del Presidente degli Stati Uniti di introdurre una tariffa del 17% sulle importazioni provenienti da Israele. Questa scelta ha innescato una serie di discussioni urgenti nei Ministeri delle Finanze e dell’Economia di Gerusalemme, dove i leader del mondo imprenditoriale hanno espresso preoccupazioni sui potenziali danni alle esportazioni e alla competitività del Paese.

Secondo i dati forniti dalla Foreign Trade Administration del Ministero dell’Economia e dell’Industria, nel 2024 il valore delle esportazioni israeliane verso gli Stati Uniti ha raggiunto i 37,2 miliardi di dollari. Di questo volume, 14,3 miliardi di dollari erano costituiti da beni, mentre 22,9 miliardi di dollari corrispondevano a servizi. È importante notare che attualmente i servizi non rientrano tra i prodotti soggetti a nuove tariffe, il che rappresenta un elemento di speranza per le aziende israeliane.

Le Reazioni dei Leader del Settore Economico

Il Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich ha convocato una riunione urgente con la dirigenza del ministero per analizzare le implicazioni di questa decisione e pianificare i prossimi passi. “Questa mossa potrebbe mettere a rischio la stabilità economica di Israele e minare gli investimenti stranieri”, ha dichiarato Ron Tomer, presidente della Manufacturers Association di Israele. Ha aggiunto: “Se questa situazione persiste, potrebbe causare una battuta d’arresto nelle nostre relazioni commerciali con gli Stati Uniti, un alleato di lunga data”.

In un comunicato stampa, Tomer ha auspicato una rapida inversione di tendenza. “Israel e Stati Uniti hanno un rapporto caratterizzato da profonda amicizia e cooperazione economica”, ha affermato. “Speriamo e crediamo che il governo intraprenderà azioni necessarie per annullare questa decisione”.

Karin Mayer Rubinstein, CEO e Presidente di Israel Advanced Technology Industries (IATI), ha evidenziato come l’impatto delle nuove tariffe possa variare enormemente. “Se le tariffe si applicano solo a beni fisici, l’effetto sarà relativamente contenuto. Tuttavia, se si estendono ai prodotti software, come quelli nel modello Software as a Service (SaaS), potremmo assistere a un cambiamento radicale nella capacità delle aziende israeliane di operare sul mercato americano”, ha spiegato. Il SaaS rappresenta un settore cruciale per molte imprese high-tech israeliane, e qualsiasi restrizione potrebbe avere effetti disastrosi.

Rubinstein ha continuato avvertendo che una tariffa sui servizi software potrebbe scoraggiare non solo gli investimenti statunitensi in Israele, ma anche l’accesso alle piattaforme e ai clienti statunitensi. “Dobbiamo monitorare attentamente questa situazione ed agire rapidamente per proteggere i nostri interessi”, ha concluso.

Le principali esportazioni israeliane negli Stati Uniti includono semiconduttori e apparecchiature elettroniche (costituendo il 27% delle esportazioni totali) e apparecchiature ottiche, mediche e farmaceutiche (24%). La rilevanza di queste categorie nel contesto della nuova imposizione tariffaria non può essere sottovalutata, in quanto riflette l’importanza strategica delle relazioni commerciali tra i due Paesi.

Diverse stime suggeriscono che, se le tariffe su beni fisici avessero un impatto gestibile sul settore high-tech, le aziende israeliane potrebbero trovarsi ulteriormente in difficoltà qualora le regole si ampliassero, toccando anche le loro soluzioni software. Questo scenario ha già spinto i leader aziendali a sviluppare strategie per mitigare i rischi associati.

In aggiunta, recenti commenti di analisti economici suggeriscono che la determinazione dell’amministrazione statunitense di implementare queste tariffe potrebbe influenzare le decisioni di investimento a lungo termine. “Se la situazione non cambia nel breve termine, potremmo vedere un calo significativo degli investimenti da parte di capitali statunitensi in progetti israeliani”, ha dichiarato un analista di un’importante banca d’affari con sede a Tel Aviv che ha preferito rimanere anonimo.

In un contesto già complesso, la questione delle tariffe aggiunge un ulteriore strato di incertezza sulle relazioni commerciali tra Israele e gli Stati Uniti. Gli imprenditori israeliani stanno ora coinvolgendo il governo in un dialogo per cercare di limitare l’impatto negativo della nuova legislazione.

-Foto IPA Agency-(ITALPRESS).

Non perderti tutte le notizie dal mondo su Blog.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *