Istat, cresce l’aspettativa di vita: natalità ai minimi storici
Arrivano il rapporto sulla salute dell’Istat sull’aspettativa di vita degli italiani che sale di un anno a quota 65 sia per gli uomini che per le donne ma dopo i 75 anni le condizioni peggiorano e gli anziani vivono in condizioni di salute peggiori rispetto ai coetanei europei.
Dopo i 75 anni si vive male
Per le patologie croniche, secondo l’istituto di statistica che ha messo a confronto l’Italia con i partner Ue, gli italiani hanno in generale migliori condizioni di salute nella fascia 65-74 anni, con prevalenze più basse per quasi tutte le patologie. Le condizioni peggiorano oltre i 75 anni quando circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave o è multicronico con quote tra gli ultraottantenni rispettivamente di 59% e 64%.
Più di un anziano su tre (il 37,7%) riferisce di aver provato dolore fisico, da moderato a molto forte, nelle quattro settimane precedenti l’intervista da parte dell’Istat, valore inferiore alla media Ue e simile a quanto rilevato per la Spagna. Il 23,1% degli anziani ha gravi limitazioni motorie, con uno svantaggio di soli 2 punti percentuali sulla media Ue, principalmente dovuto alla maggiore quota di donne molto anziane in Italia.
Le donne riportano meno frequentemente malattie croniche gravi ma più multicronicità e limitazioni motorie o sensoriali. Lamentano più degli uomini dolore fisico da moderato a molto forte (45,4% contro 27,6%). Tra le ultraottantenni la percentuale arriva al 58,6% a fronte del 39,2% degli uomini. La quota di aiuto non soddisfatto appare superiore al Sud (67,5%) e tra gli anziani meno abbienti (64,2%).
Oltre un anziano su quattro (25,9%) dichiara di poter contare su una solida rete di sostegno sociale, il 18% su una debole e uno su due si colloca in una situazione intermedia. Nonostante le precarie condizioni di salute, in Italia sono 1 milione e 700mila (pari al 12,8%) gli anziani in grado di offrire cure almeno una volta a settimana a familiari e non familiari con problemi di salute.
Nascite sempre più in calo
I notevoli progressi della sopravvivenza e la contestuale riduzione della fecondità in Italia hanno rivoluzionato la struttura demografica della popolazione, posizionando il nostro paese tra i primi al mondo per invecchiamento della popolazione. E’ quanto segnala l’Istat nel suo rapporto “Anziani: le condizioni di salute in Italia e nell’Unione Europea”. In ambito europeo l’Italia, prosegue l’Istituto, ha il più elevato indice di dipendenza – rapporto tra la popolazione in età non attiva e la popolazione in età attiva – con una quota molto bassa di giovani e una quota di anziani tra le più elevate.