Istat, disoccupazione risale all’11,1%, cala quella giovanile
Istat, disoccupazione risale. Secondo i dati dell’Istituto di statistica, torna a crescere il numero di chi non ha un lavoro e lo cerca. Il dato si attesta all’11,1%, in crescita di 0,2 punti percentuali rispetto a dicembre. Un aumento che non si registrava da luglio scorso.
Istat, disoccupazione risale
È in crescita il numero di occupati: +25mila rispetto al mese di dicembre. Questo dato, però, tra i dipendenti, è trainato esclusivamente dai contratti a tempo (+66mila). Quelli stabili sono in calo (-12mila). Il tasso di disoccupazione giovanile scende al 31,5% (-1,2 punti). È il più basso dal dicembre 2011, quando si attestò al 31,2%. In crescita è anche il dato che riguarda l’occupazione femminile. Il numero di donne al lavoro sale di 37 mila unità, ma è drastico il calo degli inattivi, che tra le donne crollato di -78 mila. Il tasso di occupazione sale così al 49,3%, toccando il massimo storico.
Istat, disoccupazione risale: i precari sono 2,9 milioni
Su base annua, si conferma l’aumento degli occupati (+0,7%, +156 mila). Anche in questo dato, però, “la crescita si concentra solo tra i lavoratori a termine (+409 mila) mentre calano gli indipendenti (-191 mila) e i permanenti (-62 mila)”. I precari sono 2,9 milioni, aggiornando il record assoluto. A livello anagrafico, l’Istat riscontra il calo al 31,5% della disoccupazione tra i giovani, dal 32,8% precedente. È il minimo dal 2011. A livello di Eurozona non si trovano miglioramenti in misura maggiore, anche se il valore resta il terzo peggiore dell’area dopo Grecia e Spagna. Analizzando il raffronto della situazione dei giovani 15-24enni tra il gennaio scorso e quello del 2017, si evince che crescono del 10,9% gli occupati e scendono del 14,9% i disoccupati, con un -1% degli inattivi.
Crescono i contratti a tempo determinato
Un dato collegato al tasso di disoccupazione è quello dell’apertura e chiusura dei contratti. L’Inps, in materia, ha recentemente diffuso il consuntivo del 2017. Dai dati emerge che crescono i contratti a tempo determinato (+537mila). Sono scesi, invece, quelli a tempo indeterminato, -117mila. Inoltre, l’apprendistato non sembra ancora decollare. In un anno, i contratti firmati sono 58mila, superiori comunque ai contratti stagionali che hanno fatto +10mila.