Ius soli, non ci sono i numeri: Senato cancella il voto dal calendario
Lo ius soli sempre più lontano: il ddl sulla cittadinanza è stato cancellato dal calendario dei lavori dell’Aula del Senato per tutto il mese di settembre. In Piazza Montecitorio, è stato organizzato un presidio dalla campagna ‘L’Italia sono anch’io’, durante il quale non sono mancate tensioni.Montecitorio, Ius soli: tensioni durante il sit-in a favore della legge sulla cittadinanza
Non ci sono i numeri
La legge sulla cittadinanza per i cittadini stranieri nati in Italia non sarà quindi votata nemmeno a settembre. Così ha stabilito la Conferenza dei capigruppo del Senato e così ha confermato l’aula. Uno slittamento che conferma per l’ennesima volta l’incertezza dei numeri a Palazzo Madama della coalizione che sostiene il governo.
Il governo non vuole neppure rischiare di turbare i già fragili equilibri della maggioranza prima dell’approvazione, a fine mese, del Def che richiede, includendo la nota di variazione di bilancio, un voto a maggioranza assoluta, ovvero 161 voti, una quota che difficilmente a Palazzo Madama si è raggiunta negli ultimi tempi.
Il varo del provvedimento è rinviato a data da destinarsi, quando, parole della ministra, ci saranno «le condizioni politiche per approvarlo». Anche se da palazzo Chigi trapelano rassicurazioni alla sinistra: la partita non è ancora del tutto chiusa.
Esultano comunque i centristi di Alfano, per Ap «vince il buon senso visto che le priorità del paese sono altre». Esultano anche le opposizioni da Fi ai grillini, per i quali «una valutazione su una legge così importante andrebbe fatta dai cittadini tramite referendum».
Si tratta solo di un rinvio
Che l’approvazione della legge sia un obiettivo per il Pd, lo ribadisce il presidente dei senatori del Pd, Luigi Zanda, che solo alcuni giorni fa aveva detto che la legge sarà approvata entro l’autunno, a costo di porre la fiducia: “La nostra posizione è nota, non abbiamo cambiato idea sullo ius soli, noi non vogliamo parlare dello ius soli, ma vogliamo approvare questa norma, che resta per noi un obiettivo”, ma, chiarisce “per approvare una legge serve una maggioranza che ora al Senato non c’è. Io confido che il lavoro politico che si farà nei prossimi giorni e settimane porti a una soluzione positiva del problema”.
Poi aggiunge: “Noi vogliamo approvare questa legge – ribadisce ancora Zanda – e per farlo è necessario il dibattito, ma soprattutto servono i voti…Non va bene – aggiunge – portarlo in Aula e poi non farlo approvare”. E ai giornalisti che chiedono chiarimenti su un possibile cambiamento delle posizioni politiche, Zanda risponde: “La maggioranza c’è stata alla Camera ritengo possa esserci anche in Senato”.
Avanti con il reato contro la propaganda fascista
La Camera va invece avanti con l’esame, e poi con l’approvazione, del reato di propaganda fascista e nazifascista che introduce l’articolo 293-bis del codice penale (261 sì, 122 no e 15 astenuti). Propagandare i contenuti del partito fascista o o di quello nazifascita tedesco, distribuire, produrre, diffondere o vendere «beni o simboli a essi chiaramente riferiti», d’ora in poi potrà comportare la reclusione da sei mesi a 2 anni di carcere. La pena verrà aumentata di un terzo se il reato verrà commesso con l’uso di strumenti telematici o informatici.