Kenia spezzato in due, una faglia profonda taglia il paese

Kenia spezzato in due, una faglia profonda taglia il paese

Kenia spezzato in due.  Una gigantesca faglia ha spezzando in due strade e case nella regione di Narok, lungo la Rift Valley, nel sud-ovest del Paese.

La strada che unisce Mai Mahiu a Narok, a nord di Nairobi, è stata divisa da un’enorme faglia, profonda oltre 15 metri e larga una ventina.

Ad aggravare ulteriormente la situazione sono state le piogge abbondanti che hanno spazzato via la cenere vulcanica ed esposto quindi le crepe.

Ora, in piena stagione delle piogge, si teme che le fessure si allarghino ulteriormente.

La spaccatura si estende, in profondità, lungo tutto il continente per oltre 3mila 400 chilometri. Secondo i geologi, nel giro di 50 anni quattro Paesi del Corno d’Africa – Somalia e metà Etiopia, Kenya e Tanzania – dovrebbero dividersi dall’Africa per formare un nuovo continente, così come già successo in passato col Madagascar e la Nuova Zelanda.

Kenia spezzato in due: si aspettano altri movimenti della crosta terrestre

“La valle ha una storia di attività tettoniche e vulcaniche”, ha spiegato il geologo David Adede al giornale locale Daily Nation, “mentre la spaccatura è rimasta tettonicamente inattiva nel recente passato, ci potrebbero essere movimenti profondi all’interno della crosta terrestre che portano a zone di debolezza che si estendono fino alla superficie”.

Queste zone di debolezza formano linee di faglia e fessure che sono normalmente riempite da ceneri vulcaniche, molto probabilmente dal vicino Monte Longonot.

“Si tratta di un processo geologico che non si può fermare, perché viene dal profondo della crosta terrestre”, sentenzia il geologo.

Fortunatamente non ci sono vittime, ma queste enormi spaccature sono solo l’avvisaglia di un fenomeno irreversibile. Un processo partito 25 milioni di anni fa e che porterà con i secoli ad un cambiamento sostanziale della geografia africana.

Difficile però tranquillizzare la popolazione che si vede letteralmente la terra mancare da sotto i piedi.

I movimenti sotterranei sono inesorabili: la placa somala si sta allontanando dal resto della placca nubiana ad una velocità di 6-7 millimetri l’anno. Ma rimangono difficili da prevedere le conseguenze in superficie dei cambiamenti sulla crosta terreste.

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