Kim Rossi Stuart: “Da giovane ero ribelle, ho solo la terza media”

Kim Rossi Stuart: “Da giovane ero ribelle, ho solo la terza media”

Kim Rossi Stuart – In una intervitsa rilasciata al Messaggero Kim Rossi Stuart si racconta. Soprattutto, rivela, di non aver studiato moltissimo nella sua vita. Si tratta di uno degli attori piú famosi al momento, eppure, la sua é stata una adolescenza molto “selvaggia”.

Kim Rossi Stuart

Ecco alcuni estratti dell’intervista rilasciata al Messaggero:

“Ho solo la terza media. Ero un ragazzo che stava tra Campagnano e Mazzano e vedevo Roma come una meta irraggiungibile e dovevo trovare un modo per raggiungere la città. Ci andavo in motorino o in autostop. Partite di pallone, turni di piscina, lezioni di teatro. Andate e ritorni abbastanza scriteriati, avventurosi. Molti anni dopo il nostro fidanzamento da tredicenni intervistarono la mia ex ragazza nel frattempo diventata celebre. Le chiesero come fossi all’epoca e lei rispose proprio così: ‘Kim era selvatico’.”

Quando gli é stato chiesto cosa lo avesse spinto verso il mondo del cinema, ecco qual é stata la sua risposta:

“Recitavo anche per soldi perché all’inizio erano un problema reale, tangibile”.

Kim Rossi Stuart – Il rapporto con la bellezza

A quanto pare l’attore avrebbe ereditato qualcosa dal padre, un problema psicologico con la sua bellezza:

“Osservavo mio padre, un bell’uomo, non riuscire a essere completamente naturale con se stesso. Mentre recitava era prigioniero di un’immagine, del dover apparire belli, di un narcisismo che limitava le sue libertà espressive. Io ho dovuto dimostrare di non essere solo un bell’attore, ma un vero attore”.

Ecco come sarebbe riuscito ad uscirne fuori:

“Il bello per me è comunicare davvero con gli altri e anche se a volte sono stato accusato di nutrire o alimentare lo snobismo o l’elitario, non c’è niente che mi sia più estraneo dell’avere la puzza sotto al naso. Trovare i propri simili, per un timido, è più difficile. Quando li incontri restano amici per la vita, il problema è che non sempre li incontri. Negli ultimi anni mi sono sforzato di stringere nuovi rapporti e se con qualcuno mi trovo bene, mi violento e cerco di aprire un dialogo. Lo scambio si può fare solo se si è in due”.

Si tratta di un lungo lavoro di autoanalisi che a quanto pare sarebbe ben riuscito.

[FONTE – Blogo]

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