La Bicocca inaugura il suo Telescopio, nuovo sguardo sul cielo di Milano
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MILANO – Una cupola bianca da 3 metri di diametro è stata installata da pochi giorni sul terrazzo lato Sud dell’Edificio U9 “Koinè” dell’Università di Milano-Bicocca, in viale dell’Innovazione.
Al suo interno è posizionato un Telescopio Ritchey-Chrètien da 400 mm di diametro.
Un nuovo sguardo sul cielo di Milano.
Offerto dall’ateneo alla comunità accademica e alla cittadinanza.
Il Telescopio è stato ufficialmente inaugurato e presentato questa mattina all’Auditorium “Guido Martinotti”, durante l’incontro tra la rettrice dell’Università di Milano-Bicocca, Giovanna Iannantuoni, e il cosmologo di fama mondiale e professore della Università di Durham (Regno Unito), Carlos Frenk.
Un incontro che ha aperto il Bicocca Astrophysics Day, la Giornata dell’Astrofisica dell’ateneo.
Il Telescopio è in dotazione all’Unità di Astrofisica del dipartimento di Fisica di Milano- Bicocca, un gruppo di professori e ricercatori ormai world leading in tre aree scientifiche: cosmologia, studio delle strutture cosmiche e studio delle onde gravitazionali.
Un team impegnato in progetti di ricerca internazionali, con forte esperienza dell’uso dei più grandi telescopi al mondo come i telescopi dell’European Southern Observatories a Paranal in Cile, il Keck Telescope alle Hawaii e l’Hubble Space Telescope.
Saranno anche tra i primi ricercatori che utilizzeranno i dati raccolti dal James Webb Space Telescope.
In ambito astrofisico, l’Università può contare su 4 progetti Erc, cioè su 4 progetti di ricerca che hanno ricevuto un finanziamento dallo European Research Council, l’organismo dell’Unione europea che finanza i ricercatori di eccellenza, oltre che su finanziamenti provenienti dal Ministero dell’università e della ricerca, dall’Agenzia Spaziale Italiana e dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
Forti della loro esperienza, i ricercatori hanno deciso di lanciare il Telescopio Bicocca, un progetto che sposa esigenze didattiche e di terza missione, istituendo così un nuovo punto di osservazione del cielo a Milano.
Costituito da una camera fotometrica per fare immagini di oggetti celesti in diverse bande di luce, uno spettrografo a media risoluzione per analizzare la composizione di luce raccolta dal telescopio e dedurre le proprietà delle sorgenti e di un piccolo telescopio ausiliario per osservazioni solari, il Telescopio verrà utilizzato dagli studenti di Milano-Bicocca, in particolare da quelli del corso di laurea magistrale in Astrophysics and Space Physics, in lingua inglese, erogato a partire dall’anno accademico 2021-2022 (una trentina di matricole l’anno): potranno vivere in prima persona l’esperienza di esperimenti scientifici che vengono svolti nei più grandi osservatori del mondo, osservando il cielo, studiando e analizzando dati con strumenti scientifici molto simili a quelli professionali.
A partire dal prossimo autunno verranno proposte iniziative per le scuole, elaborate in base al target di età: gli alunni potranno esercitarsi nella pratica scientifica attraverso l’esperienza diretta con il Telescopio, controllandolo da remoto con la supervisione dei docenti dell’Università.
Inoltre, l’osservatorio sarà al centro di corsi di alternanza scuola-lavoro e di attività di orientamento universitario.
Anche il pubblico sarà coinvolto in un programma di citizen science: laboratori e progetti propedeutici alla ricerca.
Un’anticipazione si è avuta nella parte di programma pomeridiana della Giornata dell’Astrofisica: nell’edificio U2 “Quantum” – sede del dipartimento di Fisica – si sono svolte attività per i più piccoli, alla scoperta del nuovo Telescopio.
“Da ateneo pubblico, l’Università di Milano-Bicocca ha il dovere di aprirsi all’esterno e di incidere sulla società – afferma la rettrice Giovanna Iannantuoni -.
L’Osservatorio è stato realizzato con la finalità di proporre iniziative per tutti, dagli studenti ai cittadini, senza limiti di età.
Unendo le nostre competenze nella ricerca, nella didattica e nella formazione, puntiamo a diffondere nella società il valore dell’esperienza scientifica.
E per farlo non c’è niente di più poetico e significativo dell’osservazione della volta celeste sopra di noi”.
– foto ufficio stampa Università Bicocca –
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