La Camera approva il “salva-risparmio”: 20 mld per le banche in crisi
Con 246 sì, 147 no e 22 astenuti la Camera dei deputati ha approvato il decreto ‘salva risparmio’ o ‘salva banche’, che elargisce 20 miliardi per consentire allo Stato di supportare le banche in carenza di liquidità o problemi di ricapitalizzazione. “Un passo avanti per garantire più sicurezza economica a famiglie e imprese”, ha commentato il premier Paolo Gentiloni su Twitter.
Parlamento ha approvato decreto #salvarisparmio Un passo avanti per garantire più sicurezza economica a famiglie e imprese
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 16 febbraio 2017
Il principale beneficiario del dl sarà Monte dei Paschi, che, secondo quanto calcolato dalla Bce di Draghi, necessita di 8,8 miliardi di euro. Infatti, dopo il fallimento dell’aumento di capitale e il cosiddetto “burden sharing”, ovvero la conversione forzosa delle obbligazioni subordinate in azioni che ha assicurato 4,3 miliardi, il Tesoro fornirà gli altri 4,5 miliardi, più altri due miliardi per indennizzare i risparmiatori titolari di bond. Subito dopo Mps, i secondi beneficiari saranno le banche venete (Popolare di Vicenza e Vento Banca), che valuteranno l’ipotesi di intervento pubblico, auspicando che non sia necessario.
Quanto alla proposta di Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, di rendere pubblica la black list dei debitori insolventi degli istituti bancari in difficoltà, non ci saranno indicazioni dei nomi ma dei “profili di rischio e meriti di credito” di chi ha ricevuto prestiti sopra l’1% del patrimonio netto delle banche che chiedono il sostegno pubblico. Infatti, il Tesoro sarà tenuto a presentare una relazione in Parlamento ogni quattro mesi sui “profili di rischio” dei grandi debitori (coloro che hanno debiti in sofferenza per oltre l’1% del patrimonio della banca), ma non sarà tenuto a rivelarne le identità.
Il decreto ‘salva risparmio’ prevede anche la possibilità di concedere la garanzia dello Stato sulle passività delle banche con urgente bisogno di liquidità, purché abbiano sede legale in Italia e un patrimonio netto positivo, oppure in favore delle banche in risoluzione (come Banca Etruria, CariFerrara, Banca Marche, CariChieti) o di un ente-ponte (le cosiddette quattro ‘good bank’). La garanzia dello Stato è onerosa, incondizionata, irrevocabile e copre sia il capitale sia gli interessi.
La banca è tenuta a presentare un piano di ristrutturazione per confermare la redditività e la capacità di raccolta a lungo termine, facendo affidamento da allora in avanti su se stessa. Si riaprono, poi, sino a fine maggio i termini per presentare la domanda per gli obbligazionisti delle vecchie banche: Etruria, Marche, CariFerrara e CariChieti. Un indennizzo che potrà essere sollecitato anche dal coniuge, dal convivente e dai parenti entro il secondo grado e che esclude il corrispettivo pagato per i bond dal calcolo del patrimonio mobiliare, che ha un tetto a 100mila euro. Disposta anche la gratuità di tutte le spese di istruttoria a carico delle banche. Nessun rimborso, invece, per quanti hanno acquistato i bond subordinati di una banca soggetta a ricapitalizzazione precauzionale dopo il primo gennaio 2016, data di entrata in vigore del ‘bail in’, la normativa europea per il salvataggio delle banche.
Tra le novità del ‘salva banche’ arriva un tetto allo stipendio dei membri del cda, del consiglio di amministrazione e dei manager per le banche che ricorreranno a finanziamenti pubblici. Il richiamo, ha sottolineato il sottosegretario Pier Paolo Baretta, è alle norme dell’Unione Europea che prevedono “una retribuzione al massimo di quindici volte il salario medio nazionale dello Stato membro (o di dieci volte il salario medio della banca). Il salario medio italiano corrisponde a circa 28 mila euro, moltiplichiamo per 15 dà circa 450 mila euro”.
Inoltre, sono stati introdotti nuovi criteri per determinare il prezzo delle azioni da attribuire ad azionisti e creditori delle banche quotate soggette a ricapitalizzazione precauzionale. Per le banche non quotate il valore è calcolato in base alla consistenza patrimoniale della società, alle sue prospettive reddituali, all’andamento del rapporto tra valore di mercato e valore contabile delle banche quotate e tenuto conto delle perdite connesse a eventuali operazioni straordinarie, incluse quelle da cessione di attivi.
Per le banche quotate, invece, il valore delle azioni è determinato in base all’andamento delle quotazioni dei 30 giorni di mercato antecedenti e, nel caso di sospensione della quotazione per oltre 15 giorni – come per Mps – il valore dell’azione è il minore tra il prezzo di riferimento medio degli ultimi 30 giorni di negoziazione e quello determinato in base alla consistenza patrimoniale e ai criteri previsti per le non quotate.
Anche le banche di credito cooperativo, le BCC, potranno trasformare le imposte differite derivanti da rettifiche su crediti deteriorati, operate fino alla fine del 2015, in crediti d’imposta. Modificati anche i termini per i versamenti del canone che le banche sono tenute a pagare per poter trasformare le dta in crediti d’imposta. E’ prevista anche una “strategia nazionale per l’educazione finanziaria assicurativa e previdenziale”, la quale prevede che il Governo trasmetta al Parlamento entro sei mesi le linee guida del piano che sarà coordinato da un comitato. Con 1 milione di euro l’anno nasce appunto un comitato ad hoc con 11 componenti, che parteciperanno a titolo gratuito e resteranno in carica per ben tre anni.