La città con più traffico è Palermo: sei giorni all’anno in coda

La città con più traffico è Palermo: sei giorni all’anno in coda

Jonny Stecchino lo aveva detto in tempi non sospetti: “Il problema più grande di Palermo è il traffico!”. Secondo il rapporto «TomTom index 2017» è infatti Palermo la città più congestionata dal traffico in Italia. Si calcola che oltre sei giorni di vita dello scorso anno si perdono al volante della propria auto, senza mai scendere dall’abitacolo, intrappolati nel traffico cittadino.

Un caos assordante di clacson e sirene. Minuto più minuto meno, 149 ore di vita, nel 2016, sono state «rubate» agli automobilisti palermitani dai picchi del traffico, che hanno impiegato il 43 per cento di tempo in più (nel 2015 era 41%) per arrivare a destinazione rispetto allo stesso tempo che sarebbe occorso in una situazione normale.

La classifica pone il capoluogo siciliano al sesto posto in Europa e al ventunesimo nel mondo, battendo anche grandi città come Londra e Parigi.

Non va meglio a Roma (40% di congestione) che, seppure al secondo posto in classifica, ha vinto la (poco invidiata) palma di città più trafficata nelle ore mattutine. Al terzo posto c’è Messina che, peggiorando dal 35 al 39 per cento, ha battuto Napoli (31%). Milano (30%), invece, ha «ceduto» la quinta posizione a Reggio Calabria (31%). Quindi, fra le prime dieci, ci sono Catania (29%), Taranto (28%), Bari (27%) e Firenze (26%). (Cliccate sull’immagine per usare i grafici interattivi con tutti i dati, città per città).
Analizzando i dati sorprende che Palermo si confermi per il sesto anno al vertice di questa classifica. Nell’ultimo anno in città sono state realizzate misure importanti per snellire il traffico: dal tram all’avvio della zona a traffico limitato per il centro storico, passando per il bike e il car sharing.

Eppure la percentuale di congestione è addirittura aumentata: un vero e proprio paradosso. «I dati del rapporto ci stimolano a continuare a insistere sui provvedimenti che diminuiscono il traffico veicolare — spiega Giusto Catania, assessore cittadino alla mobilità — e a pianificarne di nuovi come altre linee di tram; aumentare la lunghezza delle piste ciclabili sino a 100 chilometri (malgrado la nostra giunta l’abbia portata da 12 a 37 chilometri).

A questo si aggiungano l’ingrandimento delle aree pedonali; la più grande rete di car sharing pubblico d’Italia con mezzi anche per disabili; la terza flotta di bike sharing del Paese e, presto, arriveranno 70 nuovi autobus». Infine, far capire a tutti che i disagi di oggi saranno i punti di forza di domani per ridurre le code.

Per i romani, il peggior giorno della settimana per mettersi in auto è il martedì mattina — tra le otto e le nove — quando il ritardo rispetto ai tempi normalmente necessari per coprire le stesse distanze sale al 77 per cento. Il «bollino nero» del 2016 se l’è aggiudicato il 25 novembre 2016. Un piovoso venerdì in cui c’era stato lo sciopero dei trasporti pubblici.

Una data da dimenticare anche per Milano che, però, nella classifica italiana è scesa di una posizione, malgrado la percentuale di congestione sia aumentata di un punto percentuale. Un automobilista meneghino, se deve spostarsi fra le otto e le nove di lunedì o martedì, può mettere in conto ritardi anche del 63 per cento. Per quanto riguarda le ore serali, il picco si ha fra le 18 e le 19 di venerdì. (Cliccate sull’immagine per usare i grafici interattivi con tutti i dati, città per città)
Le migliori sono Brescia — ventiquattresima in classifica — e Parma, venticinquesima. Non perché hanno migliorato la loro percentuale di traffico ma perché, secondo gli analisti di TomTom, sono le uniche due città italiane che meritano il «bollino verde».

Se si guarda al resto del pianeta, il traffico cresce ovunque: di quasi un quarto (+23%) in meno di dieci anni (dal 2008). Evidenti le differenze tra vari continenti: mentre nel Nord America è cresciuto del 5 per cento tra il 2015 e il 2016, in Europa la crescita è stata de 9%; in Asia e Oceania del 12%; in Sud America del 7% e in Africa addirittura del 15%. Il motivo di tali differenze, secondo gli analisti del rapporto, va individuato soprattutto nell’andamento delle economie delle varie aree: più forte la crisi economica, minore la crescita del traffico. La peggiore, in ogni caso, è Città del Messico, dove ogni giorno si perdono 59 minuti di vita aspettando la fine degli ingorghi: ogni automobilista spende 227 ore della propria vita in coda. Poi ci sono Bangkok e da Jakarta. In Europa primeggia la polacca Łódz, seguita da Bucarest e Mosca.

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