La cooling poverty: una nuova forma di ingiustizia climatica.

La cooling poverty: una nuova forma di ingiustizia climatica.

Il riscaldamento globale ha effetti devastanti non solo sul nostro pianeta, ma anche sul benessere di buona parte della sua popolazione. Il fresco sta diventando un bene sempre più richiesto, ma non tutti dispongono degli strumenti necessari a ottenerlo. Questa nuova forma di disuguaglianza sociale ha un nome, si chiama cooling poverty.

La cooling poverty è stata definita per la prima volta da uno studio italiano condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, della Fondazione CMCC, dell’Università di Oxford e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, pubblicato su Nature Sustainability. Si tratta di una condizione in cui organizzazioni, famiglie e individui sono esposti agli effetti dannosi del crescente stress da caldo umido a causa di infrastrutture inadeguate. Si differenzia dalla povertà energetica prendendo in considerazione non solo il reddito familiare, il costo dell’energia e le condizioni abitative, ma anche tutto un insieme di fattori fisici, sociali e intangibili che mettono le persone in una condizione di vulnerabilità al calore eccessivo.

Le dimensioni per definire la cooling poverty sono il clima, le infrastrutture e gli asset, le disuguaglianze sociali, la salute pubblica e gli aspetti legati all’istruzione e agli standard lavorativi. Si deve considerare non solo la temperatura media, ma anche la percentuale di umidità e la presenza di dispositivi di raffreddamento, accesso all’acqua pulita e sicura, supporto familiare, livello di istruzione, normative sulla esposizione al calore e tanto altro.

Le categorie più esposte alla cooling poverty sono le famiglie a basso reddito, le minoranze etniche, gli anziani e le persone che vivono in quartieri con scarsità di servizi e spazi verdi. Gli anziani sono particolarmente vulnerabili all’esposizione al calore a causa di patologie che possono rendere più delicata la loro situazione.

Per affrontare la cooling poverty, è fondamentale adattarsi alle condizioni ambientali e intervenire sulle infrastrutture fisiche, sociali e intangibili che possono ridurre la vulnerabilità al calore. È necessario migliorare la comunicazione e implementare politiche che regolamentano la gestione delle ondate di calore, le condizioni lavorative in situazioni di caldo estremo e l’accesso ai servizi igienico-sanitari e all’acqua pulita.

Inoltre, è importante considerare i contesti urbani e rurali e adottare misure specifiche per contrastare gli effetti negativi del riscaldamento globale. Lavorando insieme e adottando politiche adeguate, è possibile ridurre la cooling poverty e proteggere la salute e il benessere della popolazione.

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